“Gli avevo suggerito di non pubblicare la vignetta, non perché non condivida, ma perché sapevo che l’avrebbero messo in croce“.
Così Diego Fusaro sul vignettista Mario Improta è salito alla ribalta delle cronache per una recente vignetta sulla Brexit. Nonostante i suoi disegni non siano mai banali e abbiano sempre una certa verve politica di fondo, il suo nuovo lavoro ha scandalizzato i media per il paragone UE-Shoah che fa da sfondo a un Boris Johnson in fuga dal lager europeista.
Fruitore dei suoi lavori e collaboratore di Mario Improta, Diego Fusaro ha spiegato a ‘Un giorno speciale’ perché la vignetta non sia in realtà offensiva, difendendo il diritto di satira che in tal caso viene messo in discussione.
“La vignetta sarebbe stata criticata per essere irrispettosa verso la memoria delle vittime della Shoah ma in realtà non è così. Può essere detta irrispettosa verso l’Unione Europea, ma non delle vittime dell’olocausto in quanto vede l’Unione Europea come il male assoluto. La memoria delle vittime della Shoah quindi è massimamente rispettata.
Credo che ci siano delle sofferenze sostanziali che devono essere messe in luce.
Tuttavia quella vignetta ci esorta a riflettere e a mettere in discussione il paradigma dell’Unione Europea come il trionfo dei diritti.
Consideriamo anche solo il fatto che come ricordò il vicedirettore del Corriere della Sera ci furono 700 bambini morti a causa dell’Austerità UE.
I primi a parlare di unificazione dell’Europa sotto guida teutonica furono proprio Hitler e Göring. Con questo non voglio dire che l’Unione Europea odierna sia nazista, ma nemmeno chi critica l’Europa va definito come hitleriano e nazista come ama fare l’ordine del discorso“.
“Il nazismo è un’esperienza storica fortunatamente conclusa, che bisogna studiare per evitare che si ripeta. Detto ciò l’Europa esercita un altro tipo di violenza, una violenza invisibile, una violenza puramente economica che non ha bisogno di ricorrere ai campi di concentramento o ai gulag.
Il male è stato in questi luoghi ma ora bisogna ragionare sulle nuove forme del male contemporaneo, sulla violenza del mercato che genera degli economicidi: veri e propri genocidi finanziari che vengono attuati semplicemente mediante le leve del credito e del debito, dell’usura finanziaria, dello sfruttamento turbocapitalistico“.
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