Dopo Greta Thunberg e Carola Rackete, si fa avanti in queste ore l’ennesimo manichino prodotto in vitro dai dominanti a beneficio degli interessi dei dominanti: Olga Misik, la diciassettenne diventata il simbolo dell’ultima ondata di proteste contro il Cremlino. La giovane ha letto la Costituzione russa davanti agli agenti di polizia, in tenuta anti-sommossa.
Dietro Olga, infatti, c’è l’obiettivo di legittimare la Russia di Putin, la cui colpa è quella di non inginocchiarsi di fronte alla monarchia del dollaro, all’imperialismo americano. Putin è la Russia che resiste e che s’impone come baluardo nazionale di aggregazione di tutti i paesi non allineati contro il nuovo ordine mondiale a stelle e strisce.
Per questo l’America ha dichiarato da tempo guerra alla Russia, combattuta non con le armi, bensì con le rivoluzioni sociali che si fingono partite dal basso ma che, in realtà, sono orchestrate dall’alto, dal potere dominante.
La piccola Olga ne è la prova: è infatti una spia infallibile per identificare le rivolte volute dal potere a beneficio del potere.
RadioAttività, la pillola del giorno con Diego Fusaro – 03/08/2019.
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