Nulla di eclatante è accaduto, sia ben chiaro; a Milano una squadra disposta in campo con saggezza e prudenza, o se preferite a cambiando la sequenza delle doti, disputa un ottimo primo tempo e poi si schiaccia nel secondo, meritando un pareggio tutto sommato utile e potendo recriminare su due episodi molto dubbi nell’area interista.
Detto questo, si poteva e doveva fare prima. Cosa? Il cambio in panchina, senza mancare di rispetto a nessuno e senza pensare a un eventuale dente avvelenato nei confronti di Di Francesco. Non perché il suo successore stia facendo miracoli, tutt’altro; però Di Francesco da settimane non aveva in mano lo spogliatoio, che lo aveva mollato, a cominciare dai cosiddetti big.
Dopo il pesante, umiliante 7-1 di Firenze in Coppa Italia, anche se in quel caso non sarebbe toccato a Ranieri, che è stato il tecnico del Fulham fino a fine febbraio. Questo avrebbe messo, con molto anticipo, il gruppo dei giocatori di fronte alle proprie responsabilità ed è lecito supporre, pur se non si avrà mai la controprova, che la Roma avrebbe oggi quattro o cinque punti in più, ossia un paio di partite buttate in meno: sarebbe bastato per veleggiare già al quarto posto.
Senno di poi. Ma anche di prima: lo stesso errore era stato commesso quando con due mesi di troppo venne esonerato Rudi Garcia.
Buona Pasqua.
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