Quinta vittoria consecutiva per il Milan, che avvisa così le altre squadre che puntano alla Champions. Inter in testa: derby al prossimo turno, attesissimo faccia a faccia milanese.
A Verona risolve una volta di più Piatek, che realizza una rete contestatissima dal Chievo. Il polacco compie, poco prima della deviazione decisiva, una rovesciata pericolosa. Decisione rimandata al Var ed è sì, senza che Pairetto vada a vedere. La vittoria comunque ci sta. Niente di trascendentale, ma una prova che giustifica il cammino rossonero.
Il Milan sembra aver perso comunque, al momento, gioia e spregiudicatezza. Forse anche per il naturale calo fisico di Paquetà, che ha giocato sempre, ne risente e si vede. Forse per il momento difficile vissuto da Suso, che fatica a ritrovare la condizione pre-infortunio. Forse per la vita da asceta di Piatek, spesso abbandonato al suo destino. Fatto è che vincere, questa volta, costa quanto nessuno avrebbe immaginato.
Gioca bene e addirittura segna Biglia. Ma lui è geometria, non forza fisica. Mancano gli strappi, manca l’agonismo che un centrocampo muscolare era solito fornire.
La difesa va bene e il gol si spiega con un’ingenuità di Conti, non con la prestazione del reparto, in cui, più che mai, si fa vedere e sentire Romagnoli.
Espulso Gattuso, non so quanto a ragione. Segue la partita dalla tribuna stampa e se ne sta tranquillo.
Conclusioni? Positive. Quando vinci sempre, quando vinci anche senza far innamorare è segno buono. Il Milan ci sarà sino alla fine.
Roberto Renga
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