La Roma chiude il girone di Champions nel peggiore dei modi, con un’altra sconfitta che non incide sulla classifica ma è lì a testimoniare il momento grave di difficoltà dei giallorossi. La sconfitta con il Vicktoria è lo specchio di una squadra che non gioca più da squadra, non difende più da squadra, ma lascia sempre scoperti i difensori, in questa strana situazione in cui ognuno prova a fare il suo, soltanto il suo, senza preoccuparsi di fare gruppo. Difendere e attaccare tutti insieme, come appunto dovrebbe fare una Squadra.
Fatto sta che, malgrado la qualificazione, la Roma è adesso veramente al bivio. Non c’è più tempo per le strategie, le chiacchiere, i passi di danza: quella con il Genoa di domenica prossima è la partita senza appello. Bisogna vincere, per la panchina di Di Francesco, ma anche per capire se c’è realmente un domani diverso. Non è servita la figuraccia di Cagliari, non è servita l’ultima trasferta di Champions: la Roma, e non è la prima volta, si appresta a vivere una vigilia di fenomenali inquietudini. Con il Genoa c’è tutto in palio. E Pallotta, l’uomo che deve decidere e dovrebbe sapere tutto di tutti, è ancora lì, dall’altra parte dell’oceano. Se ci pensate, non è questa – in fin dei conti – la cosa più straordinaria?
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