Era prevedibile. Anche previsto. La Lazio passa a Bologna, il derby degli Inzaghi Brothers si conclude secondo logica. Partita di piccola cronaca, dunque senza storia. Il Bologna è destinato a restare al largo sulla sua zattera, Pippo Inzaghi non fa miracoli, forse in campo sarebbe ancora più decisivo di certi dipendenti suoi visti e rivisti anche oggi. Non credo che il suo licenziamento possa cambiare lo stato delle cose.
La Lazio ha avuto un approvvio accademico, anche indisponente, consapevole di poter uccidere la partita e l’avversario al primo guaito. Gioco lento e manovrato in maniera leziosa fino al gol di Luis Felipe che ha sistemato coscienze e tabellino e da quel momento è cresciuto, addirittura offrendo l’assist del raddoppio. Inutile cercare reazione bolognese mentre i laziali hanno ribadito la superiorità tecnica e di lettura del gioco, di certo il recupero di elementi pesanti in mezzo al campo, come Leiva, ha riequilibrato lo schema biancazzurro e dando buone notizie a Simone Inzaghi per il futuro prossimo. Basta poco per tornare a vivere serenamente, tre punti sono vitamine e punti seri in classifica. Mettendo da parte I narcisi e andando al sodo la Lazio è ben salda per terra. Non basta ma serve.
Sul futuro di Pippo vale lo stesso discorso fatto per Gattuso, I vecchi milanisti non possono vivere di rendita con il loro curriculum e la loro argenteria. Il campo è cinico, il resto è romanticismo che dura fino al fischio d’avvio.
Tony Damascelli
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