Peter Drucker nel 1954 scriveva che la primaria responsabilità di un'impresa è quella di risolvere i problemi dei propri clienti,…
Volevo aprire una riflessione diversa sul caso Vannacci e riguarda il comportamento del ministro Crosetto: perché Crosetto avrebbe avuto interesse a fare un tweet in maniera assolutamente gratuita, per attaccare il generale Vannacci che si è reso testimone di idee e valori che sono condivise da gran parte degli elettori di Fratelli d'Italia, soprattutto della frangia ex Missina, della frangia più conservatrice? Perché avrebbedovuto fare un tweet del genere? Inimicandosi parte del suo elettorato e ottenendo addirittura il supporto dei progressisti, di personaggi come Renzi, di personaggi che sono all'opposizione del suo governo. Perché un gesto così autolesionista, metterti contro parte del tuo elettorato per compiacere invece chi è all'opposizione? La verità è una: Fratelli d'Italia ha deciso di puntare ai moderati di destra, quindi a quell'ala intercettata soprattutto da Forza Italia. Fratelli d'Italia sa bene che Forza Italia, finita l'enfasi della morte di Silvio Berlusconi, comincia a perdere pezzi, comincia a sgretolarsi e vuole intercettare, quell'elettorato europeista, moderato, quell'elettorato che fino ad oggi non guardava alla Meloni, almeno finché la Meloni non si sarebbeliberata di quei retaggi post fascisti, dei Missini e di quella frangia più conservatrice. La Meloni ha fatto due conti tradendo quello che sono gli ideali e quelli che sono i valori fondativi del suo partito, ne ha fatta semplicemente una questione di numeri e si è resa conto che le conviene molto di più perdere la frangia più conservatrice del suo elettorato, perdere tutti quelli che sono gli ex Missini per poter attingere dal contenitore di Forza Italia e dell'ala moderata del centrodestra. Si rende conto che già con l'operazione sulla guerra con la sua sudditanza assoluta ai diktat statunitensi contro l'interesse nazionale ha già perso tutta un'ala, anche se molto ristretta, di Fratelli d'Italia. Già una grossa fetta si è staccata, quella fetta che oggi entrerà nel contenitore creato da Gianni Alemanno, non è un caso se Alemanno staandando contro la Meloni su diversi temi. Dove la Meloni perde pezzi Alemanno si fa trovare sotto per raccoglierli, quindi la Meloni si è schierata con l'Ucraina e Gianni Alemanno ha creato il comitato fermiamo la guerra dove si dice assolutamente contrario alle scelte della Premier per quanto concerne la questione ucraina. Tutti gli scontenti di Fratelli d'Italia, della gestione della Meloni nel conflitto in corso si staccheranno e finiranno nel contenitore "fermiamo la guerra" che diventerà a breve è un partito. Stessa cosa, tutti quelli che oggi non accettano quanto dichiarato da Crosetto contro Vannacci, si cominciano a rendere conto che quelli che stanno per essere traditi sono proprio i valori identitari di Fratelli d'Italia. La Matrix Europea - La verità dietro i giochi di potere con Francesco Amodeo
E adesso il ministro del governo della destra bluette neoliberale Tajani propone disinvoltamente la privatizzazione dei porti. Proprio così, la privatizzazione dei porti, come se fosse la cosa più ovvia e più normale del mondo. Tajani ha detto che il governo ha bisogno di fare cassa e dunque a estremi mali bisogna far fronte con estremi rimedi. Si tratterebbe, se mai dovesse avvenire, di un ulteriore tassello nell'esiziale processo di privatizzazione integrale del mondo della vita e ciò secondo quel paradigma americano che ormai sta letteralmente colonizzando e conquistando anche il continente europeo. L'Unione Europea stessa, come più volte abbiamo sottolineato, lungi dal contrastare i processi della globalizzazione neoliberale e ciò che più li ha favoriti nel vecchio continente. La cosa massimamente sorprendente è che la proposta di Tajani provenga con tutta evidenza da un governo, quello di Giorgia Meloni, che ancora ha il coraggio dopo tutto di definirsi, non si sa con quale coraggio, patriota e sovranista. In realtà si tratta, in maniera inconfutabile, di un governo palesemente nemico dell'interesse nazionale e altresì palesemente cultore dell'interesse globalista del capitale no border e della grande finanza del padronato cosmopolitico. Un governo che all'Italia preferisce l'Unione Europea, alla pace preferisce l'imperialismo a stelle e strisce, al bene comune preferisce la logica illogica della privatizzazione integrale, financo dei porti, secondo l'eventualità sbandierata dal ministro Tajani. Detto altrimenti, si tratta di un governo che, al di là degli altisonanti proclami ideologici puntualmente disattesi, si presenta a tutti gli effetti come la continuazione peggiorativa, se mai è possibile, del governo dell'euroinomane di Bruxelles, Mario Draghi. Di questo passo, il governo di Giorgia Meloni potrebbe presto arrivare a privatizzare l'intero mondo della vita, financo l'aria che respiriamo. Sulla questione della privatizzazione dei porti, per una volta tanto si è risvegliata, dulcis in fundo, anche la CGL, che dopo un lungo torporio,se preferite dopo un lungo letargo, è tornata a parlare del tema del lavoro. E lo ha fatto ponendosi, a ragion veduta in questo caso, alla proposta sciagurata del governo di Giorgia Meloni relativa alla discussa idea della privatizzazione dei porti. Meglio tardi che mai, verrebbe spontaneo commentare, ma poco cambia in realtà rispetto alle tendenze esiziali che stanno investendo il nostro paese e che, poco importa se vi sia la destra blu etnoliberale o la sinistra fucsia neoliberale, sono ugualmente all'insegna della privatizzazione integrale del mondo della vita nell'accezione prima richiamata. Sarebbe più che mai necessario oggi difendere l'interesse nazionale e procedere nella direzione opposta rispetto alle privatizzazioni. Bisognerebbe semmai nazionalizzare gli assetti fondamentali dell'economia nazionale. Ma è esattamente ciò che non fanno i governi neoliberali, poco importa se di destra o di sinistra. Radioattività - Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro
Sulla prima pagina della Verità compare un'intervista all'ex ministro della difesa Elisabetta Trenta, in merito alla questione dell'uranio impoverito risollevata…
Continuo sul tema degli cosiddetti ESG, cioè Environment, Social and Governance, che sono le norme, come sapete, che stanno per entrare sul mercato italiano come su tutti gli altri mercati occidentali. Il rischio ulteriore è che tale approccio ideologico e moralistico si dovrebbe, si deve, può avere, come certamente ha, un approccio asimmetrico sulle diverse imprese in funzione delle diverse dimensioni. Le medie, piccole e micro imprese non hanno la struttura organizzativa e finanziaria sufficiente. Banalmente non possono permettersi le risorse umane per sostenere l'impatto di tali nuove regole allapari con le multinazionali. Le seconde possono distaccare risorse, creare dipartimenti, organizzare team di lavoro, comitati di coordinamento e tutto ciò che serve per essere ISG compliance. Le prime, invece, dovranno adeguarsi nella catena del valore, nella supply chain, nelle norme bancarie di concessione delle risorse finanziarie, ma andranno in enorme difficoltà. L'ipotesi di acquisizione per incorporazione di molte imprese più piccole incapacidi competere strategicamente e la cosiddetta creative distraction di altre incapaci di adequarsi ai tempi mutati mi pare ben più che una possibilità. In sostanza stiamo andando verso un aumento obbligato delle dimensioni richieste per rimanere strategicamente competitivi sul mercato. Michiedo se i politici italiani abbiano fatto questa riflessione considerando che il 99 per cento circa del comparto aziendale nostro avrà questi problemi dimensionali. Vi sto parlando perché prossimamente credo che andrò prima o poi ad un convegno alla Camera a dire queste cose perché da parte del mondo della politica italiana ormai io assisto da almeno 20 anni ad un appiattimento totale al pensiero unico estero vestito, come lo chiamava anche un compianto banchiere, l'avvocato Corrado Sforza Fogliani, che ricordo nelle mie conversazioni con lui. Ebbene, è drammatico questo modo di fare, cioè mettere il cervello all'ammasso. pensare che le multinazionali del mondo possano prendere le decisioni di che cosa sia sociale, di che cosa sia ambiente, di che cosa sia il governo del mondo. Ecco, noi rischiamo di perdere le piccole, medie e micro imprese italiane se non sapranno capire che serve il pensiero strategico, serve cambiare per potersi adeguare a queste norme che non penso il politico italiano. Malvezzi Quotidiani - L'economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi
Dal recente caso che ha coinvolto il generale Vannacci in uno "scandalo" omofobia per alcune frasi all'interno del suo libro,…
Fa indubbiamente assai discutere la scelta del Giappone di riversare nell'oceano le acque contaminate di Fukushima. Fukushima come sappiamo è…
Partiamo dalla questione di Prigozhin: cui prodest? A chi giova la sua scomparsa, la sua morte nell'attentato dell'altra sera con…
Il libro di Vannacci continua a vendere copie e a frantumare i record, ha venduto più copie di tutto quello…
Dal 2024 il gruppo dei BRICS si estenderà e comprenderà altri sei paesi. In particolare nuovi sei membri effettivi entreranno a far parte dei BRICS, cioè dei paesi disallineati rispetto all'ordine americano centrico. E questi nuovi paesi saranno l'Argentina, l'Egitto, l'Etiopia, l'Iran, l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi. Fa discutere soprattutto naturalmente l'ingresso dell'Arabia Saudita, che non per caso Repubblica, rotocalco turbomondialista, voce del nuovo ordine Washingtoniano, liberal globalista, indica nel suo articolo dedicato al tema come il paese scandalo di questa alleanza, di questa unione o confederazione che dir si voglia? Ebbene i BRICS in effetti fanno paura all'occidente a trazione atlantista e lo scalpitare di Repubblica neè una delle tante prove. La auspicabilissima possibilità di un mondo multipolare infatti, cioè sottratto all'imperialismo di Washington e alla globalizzazione americanocentrica, passa necessariamente dai BRICS e dalla loro capacità di coordinarsi in funzione antiatlantista. I BRICS sono i cosiddetti stati non allineati che stanno faticosamente, e direi anche ambiziosamente, provando a strutturarsi in maniera autonoma e coesa, con un fine molto preciso.Resistere insieme, facendo dell'unione la loro forza, alla violenza dell'imperialismo made in USA. Tra gli obiettivi non secondari di questa alleanza in fieri vi è quella che è stata, a ragion veduta, definita la dedollarizzazione del mondo, vale a dire la creazione di un sistema di scambi affrancato dall'imperialismo monetario del dollaro americano. Il Brasile di Lula in particolare, come sappiamo, si è fatto portavoce di questa fondamentale istanza.Un'istanza decisiva, voglio sottolinearlo, per la genesi di un mondo realmente multipolare. A rendere ancora più ambizioso e potenzialmente efficace il progetto è la sempre crescente vicinanza ai BRICS della Cina di Xi Jinping e della Russia di Putin, che sempre più stanno provando a organizzare intorno a sé il fuoco della resistenza all'imperialismo a stelle e strisce. Questa saldatura tra la Cina e la Russia, da una parte, ei BRICS dall'altra, è ciò che più temono gli Stati Uniti, i quali sono ben consapevoli del rischio elevatissimo della perdita della loro egemonia planetaria.Bisogna autenticamente sperare nella capacità dei BRICS, con l'aiuto della Cina e della Russia, di generare un mondo multipolare o poliarchico che dir si voglia. vale a dire un mondo sottratto all'imperialismo violento di Washington, che pure si presenta ideologicamente come democrazia dei diritti umani, di sottrarsi a questa violenza e di creare un nuovo equilibrio planetario. Sembrava che con il 1989 si fosse instaurato un regime monocratico e monopolare, quello statunitense identificato de facto con la globalizzazione come americanizzazione coatta del mondo, E invece la storia, che non smette mai di riservarci sorprese e che resta dopo tutto il regno dell'imponderabile, ci ha insegnato che è possibile l'emergenza di un mondo multipolare.La vicenda dei BRICS che stiamo discutendo ne è indiscussamente la prova.Radioattività - Lampi del pensiero quotidiano con Diego…