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Economia

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L’inferno chiamato “patto di stabilità” potrebbe tornare molto presto: obbedite o peggio per voi

Patto di stabilità? Un po' come nell'immaginario degli antichi, c'era il Cerbero che sorvegliava le porte dell'Ade, cioè dell'aldilà.Così il…

2 anni ago
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Normative green e sbarchi ci strozzano, ma della tanto decantata solidarietà europea non c’è traccia

È sorprendente notare che gli italiani non siano ancora diventati anti-europeisti, nonostante le azioni controverse dell'Unione Europea nei nostri confronti…

2 anni ago
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Il vero obiettivo nascosto delle norme ESG: in gioco il futuro del 99% delle nostre imprese

Insisto sul tema ESG perché è la preoccupazione più grande che io ho sul mercato economico e non ne parla…

2 anni ago
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Affidarsi al MES: decide la Meloni? Saranno altri a prendere la decisione come accadde nel 2011

E anche sulla questione del MES c'è stata una retromarcia da parte di questo governo, non ancora ultimata del tutto.Ma…

2 anni ago

Non possiamo permettere alle multinazionali di prendere decisioni che spettano alla politica

 Ho parlato recentemente dei problemi posti dalle nuove norme ESG. Fondamentalmente oggi ve ne voglio segnalare tre, particolarmente importanti dal punto di vista della critica che faccio. Primo: qual è il costo di queste normative? Chi paga? Bello parlare del fatto che le imprese debbano rispettare l'ambiente, la società e via discorrendo. Ma qual è il costo? Ecco, il costo è asimmetrico perché si parla di portatori di interesse, cioè si parla del fatto che le imprese debbano ascoltare con comitati d'ascolto tutti i portatori di interesse.Ma chi paga queste cose? Cioè il tempo dedicato, scusate, a queste questioni, ma chi lo paga? E c'è un problema qua. Il fatto metodologico, non sono stati sentiti gli imprenditori, quindi la procedura di ascolto vale per tutti, tolto per i primi destinatari di queste normative, che sono appunto gli imprenditori. Si assisterà a un teatrino della politica con audizioni parlamentari dopo che sono state fatte le cose, quindi ormai non c'è più possibilità di intervenire.La seconda critica che faccio riguarda proprio il ruolo della politica. Perché? Beh perché di fatto io leggo per esempio con stupore che si ritiene che cento grandi imprese del mondo dovrebbero riunirsi e decidere cosa pensarne di ambiente o di società. Beh, io aborro questa situazione perché mi piacerebbe poter decidere di vivere in un posto dove ambiente e società sono decisi non dalla Coca-Cola o dalla Apple, ma dai rappresentanti politici di un sistema parlamentare che io magari posso eleggere, mentre invece questa visione che cento grandi imprese del mondo decidano la politica del pianeta è una visione elitaria che mi fa tornare indietro ai tempi degli assiri babilonesi. Ci sono voluti millenni di sangue per ottenere la democrazia, questo è molto grave. La terza critica che faccio riguarda la simmetria della situazione, cioè le norme ESG sono state pensate per un sistema internazionale molto diversificato. L'Italia, per esempio, ha un sistema bancocentrico e un sistema fatto di family business delle aziende, per cui pensare di poter imporre delle norme che possono andare bene magari per un sistema di multinazionali e non per un paese che ha circa il 99% di piccole, micro e medie imprese, beh, significa avere una visione molto miope e distorta della realtà. Per cui il costo del denaro, inteso proprio come costo del capitale, potrebbe diventare asimmetrico tra l'Italia e altri paesi del mondo, quindi l'impatto di costo di queste normative potrebbe essere molto grave e penalizzante per il nostro paese. Queste sono prime tre considerazioni critiche che faccio, ce ne saranno altre.

2 anni ago
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Il prossimo sistema UE travolgerà tutto molto presto: economia e libertà esposte a rischi serissimi

Il tema economico di maggiore importanza in questo momento riguarda le norme ESG, "Environment, Social and Governance". Si tratta di…

2 anni ago
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Allarme conti pubblici? ▷ Borghi sfata il mito deficit: “Vi spiego perché non è una cosa cattiva”

Fino a poco fa l'andamento dell'economia e lo stato di salute delle imprese erano equilibrate, sia da un punto di…

2 anni ago
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La lotta per il salario minimo è l’ennesima prova di incoerenza della sinistra

Uno dei cavalli di battaglia della odierna New Left ultraliberista e postmarxista è, come è noto, la richiesta del salario minimo. Una richiesta che viene utilizzata in maniera altamente ideologica contro il governo della destra bluette neoliberale, capitanato da Giorgia Meloni. Una richiesta sacrosanta mi permetto di aggiungere.Il salario minimo è infatti un punto di partenza, non di arrivo, per la tutela dei diritti dei lavoratori in Italia. Indi per cui la lotta per il salario minimo è, ripeto, sacrosanta. Quello che ci permettiamo, come subito diremo, di contestare, è il modo con cui le sinistre fucsia stanno conducendo questa battaglia. Anche i sindacati naturalmente sono schierati a spada tratta in difesa del sacrosanto salario minimo garantito. Nulla da eccepire su questo punto. Peccato però, e qui vengo al dunque, che quando la sinistra era al governo negli anni scorsi non abbia mai fatto letteralmente nulla per introdurre il salario minimo, che anzi ha variamente avversato.Pensate che in un articolo apparso nel 2019 su Il Manifesto, giornale non certo sospetto di nemicizia rispetto alle sinistre neoliberali, addirittura si spiegava per quali ragioni a quel tempo i sindacati fossero contrari all'introduzione del salario minimo. Sì, avete capito bene, la CGL ad esempio nel 2019, stando al manifesto, era contraria all'introduzione di quel salario minimo che oggi difende a spada tratta contro la destra bluette neoliberale di Giorgia Meloni. Insomma, siamo alle solite, possiamo ben dire. Al di là del vitreo teatro della contrapposizione ideologica tra la destra e la sinistra, regna in contrastato e sovrano il partito unico articolato del Capitale, partito unico del capitale che si riproduce mediante la finta contrapposizione tra una destra e una sinistra, egualmente interne allo stesso ordine neoliberale. Come peraltro limpidamente affiora dalla tragica vicenda del salario minimo che in realtà né la destra né la sinistra vogliono realmente introdurre.E qui sta il paradosso tragicomico della situazione odierna. Le sinistre contestano alle destre di non aver introdotto finora quel salario minimo che esse stesse sinistre quando erano al governo mai hanno introdotto e che anzi hanno avversato. Voi capite che una situazione pirandelliana di questo tipo è altresì sconcertante e ci rivela una cosa in maniera ad Amantina che destra e sinistra non tutelano a ugual titolo gli interessi dei lavoratori e che anzi per riprendere una geografia politica alternativa destra e sinistra rappresentano l'alto contro il basso vale a dire il capitale contro il lavoro il patriziato cosmopolitico no border contro le classi nazionali popolari che vivono del loro lavoro questo è il punto fondamentale destra e sinistra debbono essere superate per ripensare nuove categorie di emancipazione del basso e dei lavoratori.

2 anni ago
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La litania europea ci ha indottrinati: permettiamo a paesi come la Germania di agire indisturbati

Qualcuno continua a credere che la Germania sia più brava di noi "perché loro hanno fatto le riforme quindi "la loro economia è forte" insomma tutta quella litania che ormai da 20 anni ha indottrinato i cervelli dei non pensanti. La Germania invece registra un periodo negativo, un altro trimestre di crescita economica stagnante, con il PIL che si ferma allo 0% netto nel secondo trimestre, influendo negativamente sull'euro che continua a scendere. Settori come il commercio, i trasporti, i servizi pubblici registrano una diminuzione del valore aggiunto, mentre i prezzi alti influenzano i consumi privati. La disoccupazione aumenta leggermente e la produzione industriale tedesca registra un calo, prevedendo una battuta d'arresto anche per l'intera Eurozona, perché chiaramente la Germania è un po' il capo dell'Eurozona. Il governo tedesco, guidato da Scholz, è considerato fragile. e questa situazione potrebbe influire sulla trattativa per la riforma del cosiddetto patto di stabilità e di crescita, ipotizzando un possibile scambio tra Germania e Francia per sostenere le reciproche economie. Vi segnalo che questo avviene dagli anni Ottanta, da quando la Germania e la Francia crearono l'Europa come la loro volevano, a loro immagine e somiglianza, per tagliare fuori il terzo concorrente che era l'Italia. Ci fu un accordo tra Kohl e Mitterrand all'epoca, Questa situazione evidenzia l'instabilità del sistema europeo, mi permetto di aggiungere anche l'ingiustizia del sistema europeo e il fatto che l'eurozona rappresenti un fattore di instabilità per l'intera economia mondiale. Il governo italiano deve cercare di ottenere delle contropartite riguardo al tema del debito, ma malgrado questo, quest'ultimo viene ancora collocato senza problemi, il che potrebbe indicare un sostegno silenzioso da parte di altri paesi per in qualche modo ridurre lo strapotere tedesco. Insomma, tornare ad applicare il patto di stabilità significherebbe rimettere la camicia di forza all'economia nazionale e provocare di fatto un ulteriore aggravamento di quella che ormai hanno capito tutti essere non una crisi ma una vera e propria recessione. Il mio parere è che perseverare diabolicum, cioè errare humanum est, ma noi ormai da 20 anni in questa litania europea, viva l'euro, viva l'Europa Unita eccetera, ci siamo lobotomizzati il cervello, siamo ormai abituati a pensare che sia giusto così, che alcuni come la Germania possono fare cose che altri invece non possono fare, e che in questa Europa a due, tre, quattro velocità ci possano essere delle unioni laddove invece ci sono solo delle evidenti differenze.

2 anni ago
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Stangata in arrivo: la direttiva UE sulle case green è già una patrimoniale contro gli italiani

La futura direttiva europea sugli edifici green si è già praticamente trasformata in una vera e propria patrimoniale contro gli…

2 anni ago