Dall’inizio della guerra in Ucraina, l’Unione Europea ha adottato progressivamente 19 pacchetti di misure restrittive (al 23 ottobre 2025) – un ventesimo è in arrivo – nei confronti della Russia, con l’intento di colpire l’economia russa e le élite vicine al Cremlino. Tra queste, il divieto di esportazione di beni di lusso verso la Russia, introdotto con il quarto pacchetto (Regolamento UE 2022/428 del 15 marzo 2022), che modifica il Regolamento base 833/2014. L’articolo 3h vieta la vendita, fornitura, trasferimento o esportazione di tali beni se il loro valore supera i 300 euro per articolo (valore ex-fabbrica o statistico), con eccezioni specifiche per alcune categorie. Per i veicoli a motore destinati al trasporto di persone (con alcune esclusioni come ambulanze), la soglia fu fissata a 50.000 euro per unità. Ce lo racconta Antonio Maria Rinaldi, all’epoca europarlamentare, evidenziando una disparità non da poco, che più a colpire la Russia, colpiva l’Italia e meno la Germania.
“In uno dei tanti pacchetti – spiega l’economista a Un Giorno Speciale – io sono andato a vedere i provvedimenti e attenzione: guarda caso c’erano scritti – e ho fatto anche una interrogazione parlamentare dove ti rispondono sempre alla “Amici miei” – i prodotti della moda. Scarpe, oggetti in pelle, borse, vestiti: una franchigia di 300 euro ex fabbrica”.
Nell’ambito delle sanzioni alla Russia, “sotto questo importo tu lo puoi esportare, sopra non lo puoi esportare. Dopodiché sono andato a vedere anche le altre categorie merceologiche e ho visto anche automobili. Lo sapete qual era il limite delle automobili? Non sto scherzando: 50 mila euro ex fabbrica. Allora ricordo che anche una Porsche – che non è certo la macchina per andare a fare la spesa, o perlomeno non lo è per la maggioranza degli utenti – in fabbrica costa meno di 50 mila, perché se poi ci metti sopra l’IVA, il trasporto, i vari passaggi, arriva a 100 mila e passa. Quindi vuol dire che loro si sono parati le terga! Siccome non mi risulta che in Russia comprino Fiat o Alfa Romeo prodotte in Italia, ma comprano sicuramente Mercedes, Volkswagen, BMW. Si sono parati le terga e nessuno ha detto niente! Ho fatto io un’interrogazione, gli dissi: scusate, ma che cacchio di criteri avete adottato? Per le macchine 50.000 euro e per il settore moda 300 euro? Qual è il funzionario, il dirigente della Commissione europea che ha scritto queste cose?“
Ascolta l’intervento a Un Giorno Speciale
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