Il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, è tornato a tuonare contro la Russia di Vladimir Putin, affermando che chi muove la guerra non può invocare la pace. Questa non è la prima volta che il presidente si esprime in maniera critica nei confronti della Russia, come quando ha paragonato la situazione attuale alla Terza Reich di Hitler. Una dichiarazione che, seppur pronunciata con rispetto per la carica, ha suscitato non poche perplessità, poiché anziché favorire la pace, alimenta la tensione tra l’Italia e la Russia.
La frase di Mattarella, secondo cui la Russia non può invocare la pace essendo la causa della guerra, è, a nostro avviso, l’ennesimo errore ideologico. L’Occidente, con la sua visione americano-centrica, continua a raccontare la guerra come frutto esclusivo della politica di Putin, omettendo deliberatamente il contesto storico che ha condotto a questa situazione.
Questa guerra, infatti, è il risultato di un lungo processo iniziato dopo la caduta dell’Unione Sovietica negli anni Novanta. Con la fine dell’URSS, la civilizzazione del dollaro ha iniziato ad espandersi verso est, avvicinandosi sempre più alla Russia. Un’espansione che ha avuto come obiettivo quello di accerchiare Mosca e di normalizzarla in senso liberal-atlantista.
Come abbiamo sostenuto più volte, la vera causa della guerra deve essere ricercata in Washington, e non a Mosca. La guerra in Ucraina è solo l’ultimo atto di un lungo processo di accerchiamento occidentale della Russia. Un processo che, per molti aspetti, ha visto l’Occidente cercare di estendere la propria influenza ai confini della Russia.
Purtroppo, invece di promuovere un dialogo diplomatico che possa allontanarci dal conflitto, l’Italia sembra essere sempre più coinvolta nel conflitto stesso. Invece di spegnere il fuoco, si continua a gettare benzina sull’incendio, come sottolineato da chi vi parla. La nostra speranza è che l’Italia possa finalmente cercare una soluzione che eviti ulteriori escalation e favorisca la pace.
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