La Roma esce da San Siro con una sconfitta che brucia, soprattutto per come era stata interpretata la partita nella prima mezz’ora. Il Milan, cinico al momento giusto, ha sfruttato l’unica vera ripartenza prima dell’intervallo, per poi blindare tutto con Maignan sul rigore di Dybala. Per Nando Orsi, però, il punto è un altro: al di là dell’episodio, la Roma deve interrogarsi su quanto davvero Dybala incida su questo progetto.
Per Orsi, la prestazione della Roma non giustifica il risultato finale: “La Roma, se pareggiava, non avrebbe rubato niente”, spiega.
L’analisi è chiara: i giallorossi hanno giocato due delle loro partite migliori proprio contro squadre di vertice – Inter e Milan – perdendole entrambe. La prima frazione, soprattutto, ha mostrato una Roma organizzata, corta, lucida nella costruzione, capace di mettere in difficoltà un Milan contratto e impreciso nell’uscita. Poi l’episodio: Leao in campo aperto, imprendibile, e la squadra che resta sbilanciata. “Ci sta a prendere un gol così, quando uno come Leao parte in progressione è difficile per tutti”, sottolinea Orsi.
La Roma ha avuto la forza per rientrare, la gara è rimasta aperta, e alla fine è arrivata la chance dal dischetto.
Ma Dybala ha sbagliato. “Dybala è bravo, non si discute, ma sbaglia anche lui”, commenta Orsi senza giri di parole.
L’errore pesa doppio, perché subito dopo l’argentino è stato costretto al cambio per un nuovo problema fisico. E qui arriva il nodo: la Roma da due anni convive con l’idea di un campione che c’è e non c’è, decisivo a sprazzi, fragile nel corpo e incostante nella continuità.
È il passaggio che fa rumore. “Io penso che tra il dare e l’avere, da quando è alla Roma, secondo me Dybala ha più ricevuto che dato”, dice Orsi. Non è una bocciatura tecnica – nessuno ne mette in dubbio il talento – ma un discorso di incidenza reale: presenze, peso specifico, continuità nelle partite chiave. E qui le statistiche lo confermano: presenze limitate, gol spesso da rigore, impatto alterno. “Non è che abbia inciso in maniera determinante, nonostante quello che prende”, aggiunge l’ex portiere. Messaggio chiaro: non si può costruire un’identità su un giocatore che gioca il 50% delle partite.
La riflessione finale riguarda il futuro. “Se la Roma si fossilizza su un solo giocatore, sbaglia”, avverte Orsi. Per lui, la Roma deve ripartire da chi può garantire presenza, non solo qualità sporadica. E cita anche Gasperini, che lo ha già gestito a Bergamo: “Secondo me lo farà giocare altre volte, ma non può essere una regola”. Il campo intanto dice una cosa semplice: la Roma ha un gioco riconoscibile, ma deve imparare a non dipendere dal talento intermittente di Dybala. La sconfitta brucia, l’errore dal dischetto pesa, ma il messaggio è più profondo: serve una Roma che non aspetti qualcuno, ma che si basti da sola.
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