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“Ursula, che peccato che te ne vada proprio ora” ▷ Anderson sfida von der Leyen in aula

Domani il voto in Parlamento europeo di due mozioni di censura contro la Commissione von der Leyen bis.

Due nuove mozioni di censura per Ursula von der Leyen, presentate dai Patrioti per l’Europa e dal gruppo The Left. Il dissenso stavolta spazia da sinistra a destra, con nuovi motivi per sfiduciare la Commissione europea. L’ultima mozione di censura, quella di luglio, è fallita con 360 voti a sfavore. In oggetto c’era lo Pfizergate, l’indagine dei messaggi tra von der Leyen e Bourla, CEO di Pfizer. Questa volta le due mozioni di censura criticano gli accordi commerciali: l’accordo sui dazi con Trump e quello del Mercosur. Nel dibattito che precede la votazione di giovedì, Ursula von der Leyen ha allertato la plenaria, sostenendo come le mozioni presentate vadano “contro l’Europa” che “è in stato di massima allerta: siamo minacciati dall’Est”. Il richiamo all’unità, fatto anche a luglio, però comincia a scricchiolare. Anche i deputati che non appoggiano le mozioni, mostrano insofferenza verso alcune mosse dell’UE di von der Leyen.

Le mozioni dovrebbero non raggiungere neanche stavolta la quota per sfiduciare von der Leyen e la sua Commissione. Secondo POLITICO però potremmo assistere a una una significativa crescita di voti favorevoli alla sfiducia: 308 suggerisce la previsione, comunque inferiori ai 480 necessari.

L’allarme sui droni russi

Il dibattito di oggi a Strasburgo aveva in oggetto la “risposta unita alle recenti violazioni dello spazio aereo e delle infrastrutture critiche degli Stati membri dell’UE da parte della Russia”. Von der Leyen ha dichiarato che “non dobbiamo esitare ad attribuire le responsabilità“. Vladimir Putin, dal canto suo, ha ironizzato nei giorni scorsi: “Va bene, non lo farò più“, ha detto scherzando con un giornalista. “Né in Francia, né in Danimarca…dove altro volano? A Lisbona?“. Per la presidente della Commissione, l’Europa deve mobilitare “fino a 800 miliardi di euro per la difesa“.

Quando l’aereo del Presidente della Commissione perde il segnale GPS, Bruxelles ovviamente grida subito: “È stata la Russia”, anche prima che siano disponibili i dati“, ha replicato in seguito Christine Anderson, eurodeputata di AfD e del gruppo dell’Europa delle Nazioni Sovrane. “Oggi non se ne parla più. Perché? Beh, non è stata la Russia“. Su quell’evento avverso riportato a inizio settembre in Bulgaria, infatti, non c’è mai stata conferma che l’interruzione di segnale GPS dell’aereo preso da von der Leyen fosse dovuta alla Russia. “Il Nord Stream 2 è stato fatto esplodere – il più grave atto di sabotaggio in Europa. Non una sola parola da parte della Presidente della Commissione. Questa Commissione è tutto, ma non è credibile: le sue dimissioni sono attese da tempo. Domani, tra l’altro, sarebbe un’ottima giornata per farlo“, ricorda Anderson.

Qui il video dell’intervento tradotto.

David De Paolis

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