L’Unione Europea torna a discutere del Chat Control, il regolamento che prevede la scansione dei messaggi privati per contrastare la pedopornografia online. Ma il progetto, spiega Matteo Gracis, direttore de L’Indipendente, nasconde ben altri rischi: “È una misura di sorveglianza di massa, fatta e finita. La chiamano sicurezza, ma è un inganno”.
“Quando sentiamo parlare di sicurezza e comodità — avverte Gracis — dobbiamo alzare le antenne, perché l’inganno è dietro l’angolo”. Il direttore sottolinea come l’iniziativa europea nasca “ufficialmente per limitare la pedopornografia online”, ma in realtà “serve a introdurre strumenti di controllo generalizzato”. “Con la scusa della sicurezza – dice – infilano misure che compromettono la privacy di milioni di cittadini. È sempre lo stesso schema: dichiarano un’emergenza, e a forza di emergenze ci stanno togliendo pezzi di libertà”.
Gracis cita anche l’allarme lanciato da Pavel Durov, fondatore di Telegram: “Ha detto chiaramente che potremmo essere l’ultima generazione ad avere conosciuto un internet libero. E non parla di fantascienza”.
“Durov – continua – denuncia che in Europa si stanno introducendo misure distopiche: identità digitali nel Regno Unito, controlli online dell’età in Australia, scansione di massa dei messaggi privati. Tutto questo sta accadendo nel cuore della cosiddetta democrazia europea”.
“Non stiamo parlando della Cina – precisa Gracis – dove esiste già il sistema di credito sociale. Stiamo parlando dell’Europa, che ci viene venduta come ‘super democratica’. Ma la realtà è un’altra”.
Per il direttore de L’Indipendente, il rischio non è astratto ma concreto: “O facciamo qualcosa adesso, oppure tra poco internet non sarà più come l’abbiamo conosciuto. Stiamo perdendo, giorno dopo giorno, pezzettini di diritti e di libertà”. Gracis conclude con un monito che suona come un appello civile: “Qualcuno diceva anni fa: mai cedere la libertà in cambio di sicurezza. È un principio che dovremmo tenere a mente, perché oggi più che mai ce la stanno chiedendo a rate”.
Citandolo ancora, Gracis ricorda le parole di Durov: “Paesi un tempo liberi stanno introducendo misure distopiche… tradendo l’eredità dei nostri antenati, ci siamo messi su una strada verso l’autodistruzione morale, intellettuale, economica e biologica.”
“Ecco perché – conclude – non possiamo più limitarci a osservare. Informarsi, opporsi, agire: è questo il minimo per difendere ciò che resta della libertà digitale e personale.”
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