È una vicenda che torna ciclicamente, come un punto dolente della politica ecclesiastica degli ultimi anni. Spin Time, palazzo occupato a Roma e divenuto centro abitativo, culturale e soprattutto commerciale, è stato di nuovo al centro dell’attenzione dopo l’Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari, patrocinato dal Vaticano. Prima con Papa Bergoglio, oggi – sostiene Andrea Cionci ai microfoni di Lavori in Corso – anche con Leone XIV.
Andrea Cionci respinge la narrazione pietistica che spesso circonda lo Spin Time: “Non è una storia di poveracci da aiutare perché non hanno un tetto”, spiega. “Qui siamo davanti a un edificio dove molti spazi sono destinati all’intrattenimento a pagamento, a feste, iniziative commerciali. Si usano storie personali drammatiche per giustificare un grande divertimentificio.” Il punto, dice, è la retorica emotiva: “Usano sempre il caso limite: il poverino, il migrante, il bullizzato… La leva della compassione per ribaltare le regole della nostra civiltà.”
Nel maggio 2019, l’allora elemosiniere del Papa, il cardinale Krajewski, si recò personalmente nello stabile per riallacciare la corrente che era stata staccata dopo anni di morosità. Un gesto passato, mediaticamente, come atto di misericordia. Ma per Cionci, quel gesto non fu solo informale o solidale. “Quella notte tra l’11 e il 12 maggio non fu scelta a caso“, sostiene. Il 12 maggio coincide con una ricorrenza esoterica chiamata Notte della Grande Madre, legata a simbolismi gnostici come la luce, la terra, la notte e l’infrazione delle regole. “Quello fu un rituale. Il cardinale si cala nella notte della Grande Madre per riportare la luce in un palazzo occupato che vive fuori dalle leggi. È un simbolo. E guarda dove avviene: in via Santa Croce in Gerusalemme. Non è solo un gesto di carità: è uno spregio simbolico alla Croce”. Cionci aggiunge un dettaglio ulteriore: “Dissero che avrebbero ripagato il debito, ma non è mai avvenuto.”
Secondo Cionci, l’attuale Papa sarebbe mal consigliato e circondato da figure cresciute all’ombra del precedente pontificato.
“Gli piazzano mine sotto i piedi, continuamente. La vicenda Spin Time è una di queste.” Non si tratta, secondo lui, di una scelta ideologica di Leone XIV, ma di una trappola ereditata. “Non avendo denunciato l’antipapato bergogliano, Leone XIV si trova impedito, esattamente come Benedetto XVI. È circondato da chi spinge verso la continuità, non la rottura.”
Il risultato sarebbe una paralisi interna: “Invece di far esplodere la verità che purificherebbe tutto, stanno subendo. È una strategia perdente.”
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