Il Napoli rialza subito la testa dopo le ombre di Champions. Al Maradona, contro un Pisa coraggioso ma troppo fragile, la squadra di Conte ritrova gol, gioco e sorrisi: finisce 3-1, con firme pesanti e una prestazione che profuma di maturità.
La serata si accende al 38’, quando Billy Gilmour decide di rompere l’equilibrio: controllo in area, destro secco e una deviazione che spiazza Semper. Un lampo che premia la pressione azzurra, dopo un primo tempo dominato ma poco concreto. Il Pisa, però, non ci sta: Meret deve superarsi su Leris e lo stadio trattiene il fiato per un tocco di mano sospetto in area. Gli ospiti escono dal tunnel con la sensazione di poterla riaprire.
E infatti al 58’ arriva il colpo che non ti aspetti. Beukema tocca di mano in area, l’arbitro indica il dischetto e Nzola trasforma con freddezza. È l’1-1, il Maradona ammutolisce e per qualche minuto il Pisa sogna l’impresa: ordine dietro, gamba davanti, e la sensazione di un Napoli improvvisamente vulnerabile.
Quando la partita rischia di ingarbugliarsi, ecco il guizzo del singolo che serviva a Conte. Spinazzola, al 72’, inventa una serpentina e scarica un sinistro preciso all’angolino. Il Maradona esplode, Conte applaude: 2-1 e inerzia ribaltata. Dieci minuti più tardi è Lucca, entrato per spaccare la partita, a calare il sipario con un diagonale alto perfetto. Tre gol, tre protagonisti diversi: il Napoli risponde presente. Sul finale ancora un brivido: il subentrato Lorran accorcia le distanze per il Pisa di Gilardino e sigla il 3-2.
Più che i tre punti, a Conte interessava la reazione dopo la scottatura europea. L’ha avuta: un Napoli che non si abbatte sul pareggio subito, che tiene botta in un finale scoppiettante, che cambia marcia quando conta e che sa trovare soluzioni da più uomini. Per il Pisa resta l’orgoglio di mezz’ora coraggiosa e una zona Cesarini coraggiosa, ma anche la consapevolezza di dover crescere se vuole reggere il passo della Serie A.
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