La notte scorsa la Global Sumud Flotilla, in navigazione al largo dell’isola di Creta, è stata colpita da una serie di attacchi coordinati: droni, esplosioni e interruzioni nelle comunicazioni, riferiscono gli attivisti. Il gruppo sostiene che almeno cinque imbarcazioni siano state danneggiate, pur senza vittime confermate. Israele non ha rilasciato dichiarazioni al momento; l’episodio accende nuovamente i riflettori sul contenzioso tra missioni umanitarie e il blocco navale israeliano.
Secondo le segnalazioni della Flotilla, gli attacchi hanno avuto luogo nella notte, con droni che sorvolavano ogni dieci minuti la nave Alma, oltre a esplosioni e oggetti non identificati scagliati contro le imbarcazioni. Alcune navi hanno riportato danni strutturali: la Zefiro ha perso lo strallo di prua, mentre la Luna Bark ha subito danni alla randa. Gli attivisti definiscono le azioni come “operazioni psicologiche” finalizzate all’intimidazione.
La Global Sumud Flotilla è una spedizione umanitaria formata da oltre 50 imbarcazioni provenienti da decine di paesi, che tenta di rompere il blocco israeliano su Gaza e consegnare aiuti. In passato, alcuni tentativi analoghi erano stati bloccati da Israele nei mesi di giugno e luglio. Israele aveva già chiesto che gli aiuti venissero sbarcati al porto di Ashkelon, accusando la missione di servire Hamas.
La portavoce italiana Maria Elena Delia, presente a bordo, ha denunciato che “gli attacchi mettono a rischio la vita di chi è a bordo” e ha definito l’episodio “una gravità senza precedenti” poiché avvenuto in acque internazionali. Il Ministro degli Esteri italiano Tajani ha sollecitato Israele a garantire protezione alle persone a bordo e ad agire nel rispetto del diritto internazionale. Alcuni paesi, tra cui Spagna, Turchia e Messico, avevano in precedenza messo in guardia su possibili attacchi contro la Flotilla, richiamando il dovere di evitare “atti violenti o illegali” contro le navi.
Non è chiaro da dove provengano i droni né chi li abbia lanciati: gli attivisti sospettano un’azione israeliana, ma non ci sono conferme ufficiali. In passato, l’esecuzione di attività militari contro navi in acque internazionali solleva nodi di legalità internazionale e di giurisdizione. Se la missione continuerà, rischia di diventare un ulteriore punto di attrito diplomatico, con potenziali richieste di responsabilità legale e pressioni internazionali sul conflitto in corso.
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