La Commissione Europea sta valutando un piano per incentivare i cittadini europei a investire direttamente in azioni. L’obiettivo è mobilitare i risparmi attualmente fermi nei conti correnti bancari, rendendoli produttivi per l’economia reale. Il modello di riferimento è quello svedese, che punta su strumenti semplificati e accessibili per la classe media.
Il piano si ispira al cosiddetto modello svedese, ovvero un tipo di conto di risparmio e investimento che semplifica l’accesso al mercato azionario per i privati, in particolare per la cosiddetta middle class. L’iniziativa prevede transazioni più agili tramite app, deregolamentazione, azzeramento delle imposte sulle plusvalenze realizzate, il tutto accompagnato da programmi di alfabetizzazione finanziaria di massa.
Tale iniziativa, però, non è esente da rischi. L’investimento diretto in azioni è un’opzione molto pericolosa se non si hanno competenze specifiche o grandi capitali in grado di assorbire le perdite. Attualmente, i risparmi dei cittadini europei sono gestiti nella stragrande maggioranza da intermediari finanziari, come banche o fondi d’investimento, che operano una diversificazione del rischio, puntando prevalentemente su obbligazioni, considerate mediamente più sicure.
La Commissione Europea, invece, sembra voler rilanciare un mercato azionario europeo asfittico. Non si tratta di mancanza di capitali, ma piuttosto di una bassa redditività delle imprese, di un eccesso di regolamentazione (colpa attribuita all’Unione Europea stessa), e di scarsa trasparenza. Negli Stati Uniti, l’amministrazione Trump ha scelto di tutelare gli investimenti nei fondi pensione, imponendo chiarezza nei rapporti tra commissioni e rendimento. Mentre gli americani proteggono i cittadini dal mercato azionario, l’Unione Europea sembra andare in controtendenza, cercando di spingere i cittadini a investire i propri depositi bancari in azioni per rivitalizzare i mercati. Una follia.
Mi occupo di consulenza strategica alle piccole e medie imprese, e ricordo un episodio di inizio carriera. Parlavo con un grande imprenditore, leader di una multinazionale presente in tutto il mondo. Gli chiesi dove avrebbe consigliato a un altro imprenditore di investire i propri soldi, in quali azioni o mercati. Mi rispose: “Guarda, io che opero in tutto il mondo sono comunque un microbo rispetto alle borse. Quindi consiglio agli imprenditori, soprattutto se piccoli o medi, di investire solo nelle proprie aziende, non in quelle degli altri.” Per tutti gli altri – cittadini, lavoratori dipendenti ecc. – fate ciò che volete. Ma a me pare che questa dell’Unione Europea sia l’ennesima follia: invece di tutelare le imprese, si vuole tutelare i mercati azionari, che non sono la stessa cosa.
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