Durante una conferenza tenuta mesi fa, Charlie Kirk, recentemente assassinato in uno dei suoi incontri nelle università americane, aveva pronunciato una frase destinata a far discutere: “Se il vostro Papa dice cose folli probabilmente non è il Papa”. Un giudizio netto, soprattutto considerando che Kirk proveniva dall’ambiente evangelico. Il vaticanista Andrea Cionci, intervenuto ai microfoni di Un Giorno Speciale, ha ripreso quell’affermazione per sottolineare come un non cattolico fosse arrivato a una conclusione che, a suo avviso, “dovrebbero capire tutti i cattolici”.
Secondo Cionci, la logica è stringente: “Il Papa non può essere eretico per dogma, perché c’è un dogma dell’indefettibilità della Chiesa”. Se dunque Francesco avesse pronunciato eresie, come sostenuto da diversi ambienti tradizionalisti, ne deriverebbe che non fosse il vero Pontefice. L’analogia scelta è volutamente provocatoria: “È come se un professore di matematica sbagliasse le tabelline: allora non è un professore, ma un impostore”.
Cionci ritiene che questo dibattito non sia rimasto confinato in Italia. Alcune testate americane, come Life Fact News, hanno ripreso le sue inchieste, e non esclude che anche Kirk ne fosse a conoscenza: “Negli Stati Uniti c’è stato un certo dibattito sulla legittimità di Bergoglio”. Una discussione che si è intrecciata con la cosiddetta “scuola dell’errore sostanziale”, secondo cui Benedetto XVI avrebbe commesso un errore formale nella sua rinuncia.
Nell’intervista, Cionci ha affrontato anche la polemica nata dalle dichiarazioni di Piergiorgio Odifreddi, accusato di giustificare l’attentato a Kirk. Per il vaticanista, “Odifreddi ha detto una cosa oggettiva: sparare a un leader politico divisivo può provocare la reazione di un folle”. Ciò che contesta, invece, è la logica sottostante: “Ha dato per scontata l’equazione chi è per i diritti è per l’amore, chi è per le regole è per l’odio: una visione infantile”.
A partire da questo punto, Cionci rilancia un appello al merito del dibattito: “Ci sono diritti giusti e diritti sbagliati, così come regole giuste e regole sbagliate”. Applicato al caso Kirk, significa distinguere tra le diverse interpretazioni delle sue battaglie, in particolare quella contro l’aborto. Per alcuni una posizione intollerabile, per altri la difesa della vita. Una frattura che, secondo Cionci, non può essere risolta da slogan o semplificazioni, ma solo attraverso un confronto reale sui valori in gioco.
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