Un’immagine con un bersaglio sulla fronte e una frase che sembra un invito a colpire. È la denuncia di Mario Giordano, che durante la sua trasmissione ha mostrato un contenuto inquietante circolato sui social. “C’è un bollino, un centro, proprio qui, sulla mia fronte – ha spiegato – e sotto, una frase: ‘Bisognerebbe mettere a fuoco’. Cosa vuol dire, se non: sparatemi in testa?”.
Alle parole del giornalista si è aggiunta la solidarietà di Fabio Duranti ai microfoni di Un Giorno Speciale: “Ecco questa spirale di violenza io vedo che si sta allargando sempre di più e questa cosa fa un po’ paura. Non è accettabile che un giornalista venga messo nel mirino, letteralmente. Oggi a lui, domani a noi, dopo domani a chiunque altro”.
Duranti ha sottolineato la responsabilità delle piattaforme: “Negli ultimi cinque anni siete stati bravissimi a censurare scienziati che criticavano le autorità locali sulle questioni pandemiche, ma questa gente qua continua a pubblicare roba del genere. Solidarietà a Mario: mi auguro che porti in tribunale questi criminali dell’informazione”.
Nella discussione è intervenuto anche Antonio Maria Rinaldi, che ha allargato il tema al caso dell’omicidio del giovane attivista americano Charlie Kirk: “Quello che mi ha sconvolto non è solo il gesto di un radicalizzato, ma il fatto che commentatori internazionali, e in particolare italiani, abbiano giustificato quello che è avvenuto. Hanno minimizzato, dicendo: ‘In fondo lui seminava vento’. Ma non è vero: non ci sono tracce di frasi omofobe o razziste di Kirk”.
Secondo Rinaldi, “questo significa il potere dell’informazione: riescono a creare dei mostri quando invece non lo sono”.
Il gesto resta grave e inquietante. Come ha sottolineato Duranti: “Chi scrive sui giornali dovrebbe avere prudenza e buonsenso, non mettere mirini in fronte alle persone”. La vicenda mostra quanto la violenza visiva e verbale stia crescendo e quanto poco basti per trasformare la critica in odio.
Oggi è toccato a Mario Giordano. Ma il bersaglio, domani, potrebbe essere su chiunque di noi.
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