Anchorage, Alaska: tre ore di colloquio a porte chiuse tra Donald Trump e Vladimir Putin non sono bastate a produrre una svolta nel conflitto in Ucraina. Il vertice, tenutosi ieri in una base militare isolata in Alaska, ha segnato il primo faccia a faccia diretto tra il tycoon americano e il presidente russo da quando Trump ha annunciato l’intenzione di ricandidarsi alla Casa Bianca. Eppure, al di là delle dichiarazioni concilianti, sul terreno non cambia nulla: la guerra continua, e la tregua resta un’ipotesi lontana.
Al termine dell’incontro, il presidente americano ha parlato brevemente con la stampa, chiarendo la sua posizione: “Un cessate il fuoco momentaneo non serve. Ci vuole un accordo di pace vero, duraturo, che soddisfi tutti”. Trump ha anche rivelato di aver avuto una lunga telefonata con i leader della NATO (tra cui la premier italiana Giorgia Meloni) per condividere l’esito del vertice e sondare eventuali aperture. Putin ha parlato di ‘passi avanti’ ma ha accusato l’Ucraina e l’Unione Europea di mettere i bastoni tra le ruote: “Se davvero si vuole la pace, bisogna smettere di bloccare i negoziati”, ha dichiarato. La posizione di Mosca resta la stessa: vuole un accordo che riconosca i territori già occupati, un’ipotesi che Kiev non valuta minimamente.
Mentre Trump e Putin si incontravano, da Kiev è arrivata la conferma: lunedì il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sarà a Washington per un incontro ufficiale con Trump. “Siamo pronti a partecipare a un eventuale vertice trilaterale”, ha detto Zelensky lasciando aperta la porta al dialogo ma solo a condizione che venga rispettata la sovranità dell’Ucraina. Diplomazia e politica si intrecciano, il vertice in Alaska si inserisce in un contesto politico teso. Trump, sempre più proiettato verso le elezioni presidenziali del 2026, cerca di presentarsi come il leader capace di mettere fine al conflitto. Una mossa che parla direttamente alla base repubblicana, in parte stanca dell’aiuto militare a Kiev. Per ora, nessun accordo, nessuna tregua. Ma il vertice tra Trump e Putin riporta la diplomazia al centro del dibattito. La guerra in Ucraina prosegue, ma l’incontro in Alaska (pur senza risultati concreti) potrebbe aprire una nuova fase di trattative. Con Biden e Zelensky pronti a dire la loro, il prossimo passo si gioca a Washington.
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