Giorgia Meloni, presidente del Consiglio italiano ed esponente della destra bluette neoliberale, filobancaria, filoatlantista e filoisraeliana, ha recentemente dichiarato che gli Stati Uniti d’America e l’Italia parlano la stessa lingua.
Proprio così, avete capito rettamente: Stati Uniti d’America e Italia parlano la stessa lingua. A voler essere rigorosi, bisogna dire che è l’Italia a sforzarsi sempre e comunque con zelo di sintonizzare la propria lingua e il proprio operato con Washington, agendo immancabilmente come una colonia di secondo ordine.
Dal 1945 ad oggi, infatti, la storia della nostra Italia coincide con la storia della subalternità integrale a Washington, con un solo momento, in vero, di rivendicata opposizione: quello di Sigonella con Bettino Craxi. Un’opposizione che, come sappiamo, costò carissima a Craxi, che infatti venne destituito con un vero e proprio colpo di Stato giudiziario negli anni seguenti.
Washington comanda imperiosamente e Roma obbedisce sull’attenti. E ciò vale ugualmente, si badi, con governi di destra e di sinistra, che anzi fanno a gara tra loro per dimostrare chi sia più ligio e zelante nell’assecondare supinamente il desiderata della civiltà talassocratica del dollaro.
D’altro canto, l’Italia risulta attualmente occupata da più di cento basi militari statunitensi, basi che rendono la nostra patria un paese a sovranità limitata, per non dire azzerata. Come se non bastasse, nei giorni scorsi, a Roma, durante la celebrazione della festa dell’indipendenza americana, è stata scattata una foto surreale: un’immagine che mostra Meloni, La Russa, Salvini e Tajani con alle loro spalle il bandierone a stelle e strisce che li sovrasta.
Un’immagine che dice più di ogni descrizione concettuale ciò che la destra attualmente rappresenta, non diversamente, peraltro, dalla sinistra. Destra e sinistra sono, ad oggi, forze politiche atlantiste imperialiste, del tutto allineate alle richieste della civiltà del dollaro. E dire che gli esponenti della destra hanno pure il coraggio di definirsi patrioti e sovranisti. Forse bisognerebbe precisare che la patria e la sovranità che difendono coincidono con quelle della civiltà del dollaro e con il suo nazionalismo etnocentrico esaltato, quello in grazia del quale il mondo intero deve piegarsi alla libido dominante della civiltà del dollaro e, se non lo fa, viene aggredito more solito con bombardamenti etici, missili umanitari, bombe intelligenti ed embarghi terapeutici. È la vecchia storia dell’imperialismo, che continua a marchiare di sangue e lacrime anche il nostro concitato e tormentato presente.
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