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Doveva essere la svolta, ora il PNRR è un incubo green firmato Bruxelles

Il ministro per gli affari europei, Tommaso Foti, ha ereditato la gestione delle ultime rate del PNRR da Raffaele Fitto, ora Commissario dell’Unione Europea. Queste rate sono cruciali perché concentrano la maggior parte degli obiettivi intermedi traguardi.

Le dichiarazioni prudenti di Foti indicano un confronto difficile con Bruxelles per spendere le risorse del PNRR in modo rapido ed efficace, evitando che vengano cancellate. Questo confronto riguarda la discrezionalità della Commissione europea e la rigidità del piano.
L’On. Osnato, Presidente della Commissione Finanze alla Camera, ha sottolineato che il PNRR ha dei vizi strutturali risalenti alla sua ideazione, vizi che non sono stati eliminati nemmeno nella versione definitiva approvata dal Governo Draghi, in quanto il debito del PNRR era classificato come “buono”.

Rendetevi conto delle follie che sono state fatte

Abbiamo parlato del debito buono e del debito cattivo.
Foti ha affermato che gli obiettivi del PNRR sono raggiungibili sebbene la rimodulazione straordinaria del piano debba avvenire in tempi stretti. Ecco, siamo ormai anche in finanza a delle definizioni insomma folli, un po’ come parlare di “colesterolo buono” e “colesterolo cattivo”. Un dossier critico è il fallimento della transizione 5.0 che il governo punta a sostituire con la transizione 4.0. Foti ha evidenziato come l’evoluzione degli scenari geopolitici renda alcune parti del piano fuori contesto, essendo stati pensati tali scenari geopolitici tra il 2021 e il 2022, visto i cambiamenti avvenuti, insomma stiamo parlando di un’altra era geologica. E ha criticato il principio del non arrecare un danno significativo all’ambiente. Tale principio ha, secondo Foti, limitato gli investimenti strategici.

Ebbene, il punto qual è? Beh, che per mia fortuna ricevo degli imprenditori che vengono da Bologna e che fortunatamente mi consentono di parlare veramente d’azienda, perché io questo linguaggio non lo sopporto veramente più. Per mia fortuna, mentre il mondo politico fa una pianificazione strategica che è ideologica, il mondo imprenditoriale fa una pianificazione strategica che è economica e resiste e lotta nonostante la classe politica. Sono contento di aiutare le aziende e non la politica.

Valerio Malvezzi

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