La Commissione Europea si appresta a presentare una proposta che introduce una nuova forma di tassazione su prodotti come il tabacco, comprese sigarette elettroniche e bustine di nicotina. L’elemento innovativo della misura è che parte del gettito andrà direttamente alle casse dell’Unione Europea e non più ai bilanci nazionali. Le imposte che i cittadini pagano non saranno più destinate allo Stato italiano, ma all’Europa, per finanziare politiche comuni.
Sì, avete capito bene: le tasse che pagheremo andranno direttamente all’Unione Europea, non più allo Stato italiano. Questo gettito servirà a finanziare politiche comuni su guerra, clima e digitalizzazione. Tolgo volutamente il termine “difesa“, perché difesa significa guerra. L’obiettivo dichiarato della manovra è ridurre i consumi nocivi, ma gli Stati membri temono un’esplosione del contrabbando e la perdita di circa 15 miliardi di euro l’anno dai propri bilanci nazionali, fondi che altrimenti andrebbero a finanziare la spesa sociale o a coprire deficit strutturali.
Il punto centrale è proprio questo: una parziale cessione della propria sovranità tributaria e impositiva. Questo potrebbe creare un pericoloso precedente, aprendo la strada a ulteriori gettiti fiscali ceduti direttamente alle casse di Bruxelles. Si tratta di una centralizzazione del gettito fiscale europeo. In altre parole, è l’inizio – nascosto e subdolo – di un meccanismo che porta le tasse direttamente all’Europa, scavalcando i bilanci nazionali. In sintesi: pagheremo le tasse per l’Europa.
Sappiamo bene – o almeno così abbiamo studiato – che le politiche governative di uno Stato si fondano sulla leva monetaria e sulla leva fiscale. La leva monetaria l’abbiamo già persa con l’introduzione dell’euro, che non è più nostro. E per quanto riguarda la leva fiscale, ne abbiamo già ceduto una parte consistente con il PNRR e con il folle piano di riarmo europeo. È l’inizio di una cessione totale, una resa totale all’Europa.
Mi auguro che qualche politico italiano si imbatta in questo video e alzi la testa, ma non lo ritengo affatto probabile. Ormai esiste un distacco totale tra il mondo dell’economia, di cui mi occupo io, e il mondo della politica, che sembra non interessarsi affatto né all’economia né alla società. Altrimenti, dopo un quarto di secolo di abusi, qualcuno si sarebbe già fatto sentire. Concludo segnalandovi l’uscita della mia ultima pubblicazione sulle intelligenze artificiali, disponibile sul sito della casa editrice universitaria Eurilink. Un tema, quello dell’IA, che dimostra quanto il mondo stia cambiando – e quanto i temi siano ormai lontanissimi tra loro.
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