Il nuovo acquisto del Bologna, Federico Bernardeschi, si è finalmente presentato in conferenza stampa, segnando l’inizio della sua nuova avventura rossoblù dopo gli anni trascorsi in MLS con il Toronto. Una conferenza attesissima, in cui il fantasista ha parlato del ritorno in Serie A, del significato di indossare la maglia numero 10 e degli obiettivi personali e di squadra. Ma, soprattutto, ha regalato un siparietto esilarante che ha rapidamente conquistato il pubblico.
Tra le varie domande rivolte al nuovo numero 10 del Bologna, ce n’è stata una che ha acceso l’ironia e il divertimento: il Fantacalcio. Bernardeschi non si è tirato indietro e ha ammesso, con un sorriso a metà tra il rassegnato e il divertito: “Il fantacalcio non lo capirò mai, la gente si diverte mentre noi prendiamo insulti, compreso da gente della mia famiglia”.
Una confessione spiazzante e allo stesso tempo molto umana, che ha strappato una risata generale in sala. Il calciatore ha messo in luce con ironia come questo gioco, tanto amato dai tifosi, possa avere anche risvolti molto fastidiosi per chi scende in campo ogni domenica.
“È incredibile: se non segno, mi arrivano messaggi duri perfino da zii e cugini… ormai ho capito che al Fantacalcio non si comanda!”, ha aggiunto tra le risate generali.
Ma l’ex Juventus non è venuto solo per scherzare: Bernardeschi ha parlato con grande convinzione della scelta di tornare in Italia e dell’emozione di vestire la maglia del Bologna:
“Ringrazio la società e il mio procuratore che mi hanno dato la possibilità di tornare in Italia. Trovo un gruppo molto coeso, me lo avevano detto e ora ci sono entrato. Questo è un gruppo sano, fatto di giovani e di uomini con valori seri”.
Bernardeschi ha sottolineato più volte il forte spirito di squadra che ha trovato nello spogliatoio rossoblù e ha dichiarato di sentirsi già perfettamente integrato. Ha poi aggiunto che il suo obiettivo è “incrementare ancora di più questi valori e completare la rosa, visto che abbiamo tre competizioni davanti”.
La scelta della maglia numero 10 non è passata inosservata. Bernardeschi ha voluto sottolineare l’importanza di questo simbolo: “La 10 del Bologna è una maglia storica, cercherò di onorarla. Avevo voglia di rimettermi in gioco e mi sono inserito bene”.
Ha poi speso parole al miele per Orsolini, suo diretto concorrente nel ruolo offensivo: “La competizione con Orsolini alzerà il livello della squadra. Lui è un simbolo di Bologna e questo se lo è guadagnato sul campo”.
Tornare in Italia significa anche tornare sotto i riflettori del CT della Nazionale. Bernardeschi ha ribadito il suo grande obiettivo: “Ho vinto un Europeo, ma non ho mai giocato un Mondiale. Voglio fare di tutto per esserci”.
Un traguardo ambizioso, ma realistico per chi ha già dimostrato di saper essere decisivo con la maglia azzurra.
Ha poi parlato del rapporto con Vincenzo Italiano, attuale tecnico del Bologna: “Con Italiano ci siamo confrontati prima di venire qui. Mi trovo bene con lui, siamo in sintonia, è una persona diretta e onesta. Per me è stato importante che lui fosse qui”.
Dopo l’esperienza oltreoceano, Bernardeschi non ha rimpianti: “La MLS è stata una scelta che rifarei: è stata un’esperienza”. Ma il richiamo della Serie A è stato troppo forte: “La Serie A mi è mancata. Ora devo lavorare sodo, sono mesi che non gioco una partita”.
Sul suo passato, nessun rancore: “Ho rispetto per tutte le società in cui sono stato. Nella Juve sono diventato l’uomo e il calciatore che sono oggi, c’è grande gratitudine”.
E infine una piccola curiosità dal passato: “Una decina di anni fa potevo venire al Bologna, ma poi la Fiorentina ha deciso di mandarmi in prestito al Crotone”.
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