Ora è ufficiale: Simone Inzaghi lascia l’Inter, esattamente quattro anni dopo il suo arrivo in panchina. La decisione è arrivata al termine di giorni intensi, segnati dalla pesante sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il Paris Saint-Germain e da un vertice con la dirigenza nerazzurra. Un epilogo doloroso ma non inatteso: il tecnico piacentino, spesso indicato come responsabile nei momenti difficili e troppo poco celebrato nei trionfi, ha deciso di dire basta. Un addio che pesa, considerando anche i circa 200 milioni di euro incassati dal club grazie al percorso europeo sotto la sua guida. Le sue parole dopo la finale – “Non so se sarò al Mondiale per Club” – suonano ora come un chiaro segnale di rottura.
Determinante nella scelta è stata la corte serrata dell’Al-Hilal, che ha messo in campo una strategia aggressiva e ben strutturata. Gli emissari del club saudita hanno lavorato senza sosta tra Europa e Medio Oriente, con l’aereo privato del presidente Fahd bin Nafel diretto a Milano per chiudere la trattativa. . L’offerta presentata era di quelle difficili da rifiutare: oltre 30 milioni di euro a stagione per guidare una delle squadre più ambiziose del calcio asiatico. I sauditi confidavano di avere già il sì del tecnico e puntavano a chiudere tutto in tempi strettissimi, anche per tentare un clamoroso colpo doppio con Theo Hernandez, già sondato. La pressione ha fatto la differenza, anche perché il tempo per l’Inter era pochissimo: tra soli 7 giorni scatterà il Mondiale per Club negli Stati Uniti.
Nelle ultime ore a Viale della Liberazione si è tenuto un vertice decisivo. Attorno al tavolo, oltre a Inzaghi, erano presenti i dirigenti Beppe Marotta e Piero Ausilio, e l’avvocato Angelo Capellini, segnale che si era entrati nella fase finale dell’operazione. L’Inter aveva messo sul piatto una proposta per continuare insieme, ma chiedeva una risposta chiara, senza tentennamenti.
Con Inzaghi ufficialmente fuori dai giochi, l’Inter ha avviato la ricerca del nuovo allenatore. In cima alla lista c’è Cesc Fabregas, profilo giovane e internazionale, entusiasta all’idea di sedere su una panchina di prestigio e pronto a liberarsi subito. Più defilata la candidatura di Cristian Chivu, mentre le piste che portano a Roberto De Zerbi e Alberto Gilardino appaiono al momento infondate. Il tempo stringe: il club vuole chiudere presto per non compromettere la preparazione in vista del debutto mondiale.
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