Nei giorni scorsi è accaduto un fatto che ha dell’incredibile, un fatto di cui peraltro hanno parlato diffusamente diverse testate. L’intelligenza artificiale infatti si è avventurata a minacciare apertamente un programmatore. Gli ha detto che se avesse spento il programma, allora lei avrebbe rivelato a tutti la relazione extra coniugale del programmatore in questione. A tutta prima la notizia potrebbe anche ragionevolmente strappare un sorriso per l’involontaria comicità della situazione, situazione in cui una macchina minaccia un umano e lo minaccia dicendo di voler svelare a tutti la sua relazione extra coniugale.
Ma sarebbe fuorviante limitarsi a sorridere al cospetto di questa pur divertente almeno in parte notizia, via infatti di che preoccuparsi almeno a giudizio di chi vi sta parlando. Sembra davvero che l’intelligenza artificiale stia sempre più sfuggendo di mano a chi la prodotta e che stia ponendo in essere una situazione degna dei romanzi gotici come Frankenstein. Romanzi gotici la cui trama narra sempre di creature che finiscono per soggiogare il creatore. Ebbene, con l’intelligenza artificiale stiamo correndo veloci verso uno scenario analogo a quello delineato dalla pellicola Matrix del 1999, in cui, come senz’altro ricorderete, le macchine dominano gli uomini che le hanno create, proprio come Frankenstein. Una domanda tutt’altro che oziosa quella di chi si chiede se l’intelligenza artificiale ci stia realmente portando in una condizione di questo tipo. Forse bisognerebbe principiare a rileggere le imperiture pagine della fenomenologia dello spirito di Hegel del 1807 consacrate alla dialettica tra servitù e signoria, da una diversa prospettiva però.
L’umanità nel suo complesso rischia oggi di diventare il nuovo servo al cospetto dell’intelligenza artificiale. L’intelligenza artificiale, nata per servire l’uomo, si sta rovesciando in dominatrice dell’uomo stesso, secondo la dialettica insuperabilmente tracciata da Hegel. Insomma, stiamo correndo veloci verso un mondo sempre più disumano, in cui quello che viene celebrato, santificato e glorificato come progresso sembra più plausibilmente lasciarsi definire come un regresso tecno-scentifico, un regresso in forza del quale la tecnica ci sta sempre più espropriando delle nostre facoltà. Non dimentichiamo che l’intelligenza artificiale è anche una grande delega della nostra intelligenza che stiamo facendo a beneficio delle macchine. Si sta producendo effettivamente una situazione preoccupante in cui le macchine diventano sempre più i dominanti e noi diventiamo sempre più i dominati. Insomma, in questo scenario occorre certamente sorridere della notizia che abbiamo commentato, ma bisogna altresì preoccuparsi e non poco.
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