Il peggio era prevedibile, e ora si sta concretizzando. L’incubo di un nuovo conflitto globale si affaccia all’orizzonte, con contorni sempre più oscuri. Siamo sull’orlo di una Nuova Guerra Mondiale, innescata dall’imperialismo di USA e Israele, ovvero, in una parola, Usraele.
Dopo il fronte ucraino, generato dall’espansione irresponsabile della NATO e dell’Occidente nei territori dell’ex Unione Sovietica, il conflitto minaccia ora di esplodere anche in Medio Oriente. Anche qui ritroviamo gli stessi schieramenti: da una parte Usraele e l’Europa, sempre più ridotta a colonia di secondo ordine; dall’altra Russia, Cina e Iran, che si ergono contro la barbarie imperialista occidentale.
L’imperialismo occidentale continua a giustificarsi con concetti ridicoli e ormai logori: bombe intelligenti, missili democratici, genocidi difensivi, embarchi terapeutici. La fabbrica della manipolazione organizzata, con stile hollywoodiano, ripete ossessivamente che l’Iran possiede la bomba atomica, giustificando un possibile attacco manu militari. Ma la realtà è diversa: l’Iran non possiede alcuna arma nucleare, come dimostrato da anni.
Non bisogna dimenticare l’attacco all’Iraq di Saddam Hussein, giustificato dalle finte armi di distruzione di massa. Memorabile, in senso grottesco, la scena di Colin Powell con la provetta agitata al mondo intero. Eppure, sembra che la storia non abbia scolari: ci troviamo a riviverla, con tutte le sue tragedie. Ora, si parla nuovamente di un possibile attacco all’Iran, con Donald Trump che sembra considerarne seriamente la possibilità.
Occorre ribadire con forza: abbiamo bisogno di una Cina, una Russia e un Iran forti, militarmente sovrani, capaci di frenare l’imperialismo occidentale. Come sosteneva Costanzo Preve, questi Stati resistenti pongono un freno alla saturazione del mondo sotto l’imperialismo del capitalismo occidentale. Resistere è una necessità storica e politica. Come recita un motto significativo: “Dimmi come ti poni rispetto all’Iran e ti dirò chi sei politicamente.” Occorre opporsi alla narrazione liberale, che in nome della difesa di Israele giustifica ogni aggressione. Va invece riconosciuto il valore degli Stati che resistono alla violenza imperialistica di Usraele, rendendo possibile un mondo multipolare e libero dalla civiltà dell’hamburger.
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