In Romania vanno in scena le elezioni presidenziali che erano state annullate nel dicembre 2024 per presunte “ingerenze russe”.
Siamo agli inizi di dicembre 2024, quando in Romania accade l’impensabile. Il candidato che aveva vinto il primo turno delle elezioni presidenziali, Calin Georgescu, ha visto la sospensione prima delle elezioni stesse, poi della sua eleggibilità. Questo perché la Corte costituzionale romena aveva parlato di sospette “ingerenze russe”. Il candidato indipendente ed euroscettico aveva, secondo loro, tratto mediaticamente vantaggio da tali ingerenze da parte di bot russi su TikTok. Così le elezioni erano state annullate, proprio quando Georgescu si preparava al secondo turno di ballottaggio contro Elena Lasconi. Quest’ultima si unì alle critiche che ne conseguirono. Ora le elezioni in Romania si sono ripetute, e hanno dato un “sorprendente” risultato.
Dopo la sospensione delle elezioni, Georgescu è stato fermato dalle autorità a febbraio mentre, dichiarava lui, stava andando a presentare la nuova candidatura. Rilasciato poi dalla procura dopo essere stato ascoltato, Georgescu è stato infine escluso dalle elezioni con l’accusa di “creazione di organizzazioni fasciste e razziste”.
A sostenerlo fin da subito è stato George Simion, leader dell’AUR (Alleanza per l’Unione dei Romeni), anche lui euroscettico. Allora Georgescu ha “sponsorizzato” la candidatura di Simion, che oggi riceve un responso ancora più positivo di quello che aveva ottenuto il candidato escluso. Al primo turno delle elezioni, George Simion ha ottenuto il 40,5% circa dei voti: Georgescu aveva raggiunto il 23%. Ora il leader dell’AUR dovrà scontrarsi al secondo turno (18 maggio) con il centrista Nicusor Dan, sindaco di Bucarest. Anche stavolta, qualche giornale ha accennato a possibili ingerenze: gli hacker russi.
Nei mesi successivi a tutta la vicenda di Georgescu, era stato Fabio Dragoni all’inizio di aprile a intervistare per La Verità il candidato “sponsorizzato” George Simion. Ce lo racconta in diretta a Lavori in Corso.
“Mi ha dato l’impressione di una persona molto quadrata. Una persona con le idee molto chiare. Stavo guardando la cartina geografica della Romania e lui si è imposto ovunque, tranne nelle città di Cluj e Bucarest. Qui viene fuori sempre il tema, il grande tema che i partiti tra virgolette di destra, si affermano nelle città con una bassa densità della popolazione. Più la città è grande, meno sono forti le radici identitarie, più tendono a raffermarsi partiti che di destra non sono“.
“Se c’è il rischio che anche queste elezioni finiscano nel nulla? Ieri su Repubblica già si vagheggiava di influenze degli hacker russi. In genere quando si tirano fuori gli hacker russi è perché si ha in mente qualcosa. Quindi io voglio sperare che stavolta il limite della decenza sia tale e non dicano un’altra volta: il pallone è mio, vado via e non si gioca più. Dallo staff di Simion emerge una grande fiducia“.
Ascolta l’intervento da Stefano Molinari.
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