Un silenzio teso, poi le parole che scuotono la Sala Clementina: “È compito di chi ha responsabilità di governo adoperarsi per costruire società civili armoniche e pacificate. Ciò può essere fatto anzitutto investendo sulla famiglia, fondata sull’unione stabile tra uomo e donna, società piccola ma vera, e anteriore a ogni civile società”.
Nel suo primo discorso al Corpo diplomatico, Papa Leone XIV ha ribadito con fermezza la centralità della famiglia tradizionale, marcando una netta distanza dalle aperture del predecessore Francesco verso le coppie omosessuali. “La famiglia va intesa come un’unione tra persone di sesso diverso”, ha sottolineato, richiamando i governi a investire su questo modello per garantire una società armonica e giusta.
Ma il Pontefice non si è fermato qui. Ha chiesto di “porre rimedio alle disparità globali” e di “favorire contesti in cui sia tutelata la dignità di ogni persona, specialmente di quelle più fragili e indifese, dal nascituro all’anziano, dal malato al disoccupato, sia esso cittadino o immigrato”. La sua storia personale – figlio e nipote di migranti – diventa così paradigma universale: “Ciascuno di noi, nel corso della vita, si può ritrovare sano o malato, occupato o disoccupato, in patria o in terra straniera: la sua dignità però rimane sempre la stessa, quella di creatura voluta e amata da Dio”.
Pur non citando esplicitamente la formula “aiutiamoli a casa loro”, Leone XIV ha insistito sulla necessità di ridurre le diseguaglianze tra popoli e di costruire una “famiglia di popoli” fondata su pace, giustizia e verità, con particolare attenzione ai più deboli e ai migranti. L’appello è chiaro: la dignità va difesa ovunque, a partire dai contesti più fragili e provati.
“Ma c’è un altro aspetto che mi fa pensare che presto dovremo difenderlo questo Papa, perché i giornaloni che spesso hanno santificato Papa Francesco, spesso distorcendone il messaggio, oggi cominciano già ad attaccare Papa Leone”, fa notare Simone Pillon.
“Dico questo perché si legge in trasparenza nel suo pensiero anche la sua valutazione sulle migrazioni“. Prevost ha infatti parlato di “aiutare le piccole comunità cristiane che ancora resistono in oriente“, con l’ausilio a non lasciare la loro terra: “Tutto questo era diventato impossibile anche solo da pensare e da pronunciare pochi mesi fa, invece è sempre stato il magistero della Chiesa, le persone hanno in primo luogo il diritto a non essere costretti ad emigrare“.
Nel video l’intervento di Simone Pillon da Francesco Vergovich.
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