L’attuale panorama economico è caratterizzato da una persistente incertezza, alimentata dalle tensioni commerciali e dalle conseguenti volatilità che interessano i mercati azionari, obbligazionari e valutari. In questo momento si intravedono dei timidi segnali di apertura verso possibili intese commerciali o almeno l’avvio di negoziati tra alcune nazioni chiave come il Regno Unito, l’Unione Europea, il Giappone, sebbene al momento non vi siano conferme ufficiali.
Parallelamente, la Cina ha espresso la sua disponibilità a riprendere il dialogo, ma ha subordinato questa possibilità a un atteggiamento più rispettoso da parte degli Stati Uniti nelle cosiddette relazioni bilaterali.
In questo scenario complesso emerge la questione se gli Stati Uniti stiano intraprendendo una politica di cosiddetto autolesionismo economico e l’analisi suggerisce che questa sia una possibilità concreta. Di conseguenza, il rischio di una recessione è aumentato in modo significativo anche se al momento non rappresenta lo scenario più probabile.
Nonostante ciò, è possibile ed è importante sottolineare che l’attuale posizionamento degli investitori e i dati provenienti dai sondaggi evidenzino un quadro estremamente debole, il che implica la possibilità di un rialzo nel caso in cui i colloqui commerciali diano eventuali risultati positivi.
Il tema della messa in discussione dell’eccezionalità degli Stati Uniti rimane centrale. I consumatori hanno ridotto i risparmi per fare fronte alle conseguenze della pandemia, la spesa pubblica e il deficit di bilancio degli Stati Uniti sono sotto stretta osservazione. La fiducia delle imprese è bassa, il che fa presagire una possibile contrazione degli investimenti.
Insomma, come ho spiegato recentemente, siamo in un periodo storico piuttosto complesso, nel quale alcuni dogmi del passato sembra che siano per essere messi in discussione, ma non si capisce bene esattamente quali siano le nuove proposte.
Quello che sta per essere messo in discussione sono le politiche ESG, le ipotesi di riduzione di debito pubblico come soluzione del rapporto debito-PIL e quindi ricostruire la domanda interna e il reshoring, inteso come riavvolgimento di quella propensione alla cosiddetta delocalizzazione e alla globalizzazione.
Malvezzi Quotidiani, comprendere l’economia umanistica con Valerio Malvezzi
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