Oggi affronterò un tema scomodo per molti: il costo più importante per le imprese italiane. Si tratta della burocrazia. La burocrazia italiana impone un costo invisibile di 80 miliardi di euro alle imprese, in particolare alle piccole e medie imprese, a causa della sua inefficienza e dei lunghissimi tempi di risposta.
La digitalizzazione ancora insufficiente dei servizi pubblici contribuisce a mantenere tempi medi elevati per il rilascio di permessi e autorizzazioni. Tuttavia, il problema più grave riguarda le procedure: spesso ridondanti, inutili, inopportune, che sottraggono tempo e risorse alle PMI italiane, ovvero al cuore pulsante del Paese. La pubblica amministrazione italiana fatica a tenere il passo con i cambiamenti, in particolare nel Mezzogiorno, dove l’inefficienza è cronica. Un’indagine della Banca Europea degli Investimenti (BEI) ha rivelato che il 90% delle PMI italiane impiega parte del personale per adempiere agli obblighi normativi. È una follia.
Questa percentuale è persino superiore rispetto ad altri paesi europei, dove il problema resta comunque grave: Francia 87%, Germania 84%, Spagna 82%, media UE 86%. Ciò dimostra che il problema non è soltanto italiano, ma europeo. Come ripeto da anni, è proprio l’Unione Europea il problema, il marcio.
Inoltre, il 24% degli imprenditori italiani impiega oltre il 10% dei dipendenti per gestire adempimenti burocratici che non generano reddito, ma lo sottraggono. È un fardello insopportabile, che pesa soprattutto sulle microimprese, impedendo loro di incrementare efficienza e produttività. A questo si aggiunge un altro dato allarmante: lo Stato italiano deve al sistema imprenditoriale ben 15 miliardi di euro in pagamenti arretrati e rimborsi. Lo Stato è in debito con le imprese. Smettiamola di dire che gli italiani non pagano le tasse, o che gli imprenditori non pagano le tasse: è lo Stato che non paga il dovuto. Capite dunque quanto il gap strategico sia disarmante. Un’indagine recente dell’Università di Gothenburg sulla qualità del servizio delle pubbliche amministrazioni in 210 regioni dell’Unione Europea (2024) conferma questa situazione: risultati modesti per l’Italia, con il Sud fanalino di coda. Ribadisco: è un problema dell’Unione Europea. Troppe leggi, troppa burocrazia, troppa gente da mantenere a carico di chi lavora.
MALVEZZI QUOTIDIANI – L’ECONOMIA UMANISTICA SPIEGATA BENE CON VALERIO MALVEZZI
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