Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lanciato un allarme in occasione della Festa dei Lavoratori.
Negli ultimi giorni il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella ha tenuto un discorso in vista del primo maggio, la Festa dei Lavoratori. Ha parlato a Latina, in visita a una azienda farmaceutica, la BSP Pharmaceuticals. “Il lavoro è alla base della Costituzione italiana ed è progresso, non può essere morte“, ha detto. “I salari reali troppo bassi sono una grande questione, le famiglie sono in difficoltà: a marzo 2025 sono dell’8% inferiori rispetto a quelli di gennaio 2021“.
Mattarella ha poi evidenziato: “E’ inaccettabile l’indifferenza per le morti sul lavoro. Scandaloso il caporalato, da contrastare il trattamento ingiusto degli immigrati“. Un principale fattore di rischio per il Presidente della Repubblica sono i dazi di Trump. “Si affacciano nuovi rischi, derivanti dalle prospettive di ampio ricorso ai dazi, antica forma di prove di forza, che possono ostacolare il diritto all’accesso alle cure, alla salute, per ogni popolo del mondo, specialmente i più poveri e fragili. Prospettive che, inoltre, producono effetti negativi sull’economia globale. Effetti che possono interpellare anche il nostro Paese“.
“Sappiamo tutti come le questioni salariali siano fondamentali per la riduzione delle disuguaglianze, per un equo godimento dei frutti offerti dall’innovazione, dal progresso. Tante famiglie non reggono l’aumento del costo della vita“. Questo il monito del Presidente Mattarella in occasione della Festa dei Lavoratori. Aveva dato lo stesso allarme altre volte. Nel 2019 aveva dato una responsabilità agli evasori fiscali. Se l’evasione fiscale “scomparisse – aveva detto – le possibilità di aumentare pensioni, di aumentare stipendi, di abbassare le tasse per chi le paga, e così via, sarebbero di molto aumentate“.
“Ma dove era il Presidente – si chiede la giornalista Martina Pastorelli in diretta – quando il capitalismo neoliberale è esondato in questi anni al punto che siamo arrivati nella fase in cui è iniziato a dominare e direi anche a sostituire il governo dopo aver messo da parte, neutralizzato la politica? Passo dopo passo siamo arrivati prima con la dismissione degli asset pubblici, poi con la privatizzazione dei servizi, poi con lo smantellamento del welfare, tutto questo, mentre i salari rimanevano sempre più bassi, quindi le possibilità d’acquisto delle persone sempre più ridotte. Poi si è dirottato il conflitto sociale. In questo modo la logica dell’impresa è penetrata dentro lo Stato. E dove era Mattarella quando questo è successo?“
Ascolta l’intervento integrale a Un Giorno Speciale.
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