“Caro Capezzone, ti sei dimenticato cosa ha dovuto gestire Conte e da chi viene la predica. Ti sei dimenticato degli urli della Presidente del Consiglio attuale? Dai, un po’ di obiettività” – Parte proprio da questo messaggio recapitato ai microfoni di CapezZoom da parte di un ascoltatore, la riflessione di Daniele Capezzone. In tempi in cui la tanto agognata Commissione Covid, istituita ufficialmente nel Febbraio del 2024, si sforza di fare chiarezza affrontando non pochi tentativi di “dirottamento”, ci si interroga sull’operato del governo Conte e del suo timoniere in primis durante l’emergenza pandemica.
Sulla gestione straordinaria di un periodo così buio per le libertà personali sorgono, a distanza di anni, i dubbi più variopinti. Dai controversi provvedimenti riguardanti la quarantena imposta, agli obblighi vaccinali, passando per le discusse informazioni fornite sull’efficacia dei vaccini e i mai abbastanza approfonditi effetti avversi.
“Certo, Conte ha dovuto affrontare una situazione difficile, su questo non c’è dubbio. Ritrovarsi a gestire il Covid non sarebbe stato facile per nessuno, e su questo l’ascoltatore ha ragione. Ma io me lo ricordo bene Giuseppe Conte, che all’inizio della pandemia andava in televisione da Lilli Gruber a ripetere: “Siamo pronti, siamo pronti”. Pronti a cosa? Pronti a niente. L’unica soluzione che è stata escogitata qual è stata? Chiudere tutti in casa e terrorizzare il Paese. Questa è stata la strategia, con l’idea di fondo che poi si sarebbero dati qualche sussidio, qualche “paghetta”, tanto l’economia non ne avrebbe risentito più di tanto. Un ragionamento da ignoranti, perché l’economia non è un interruttore che spegni e riaccendi aspettandoti che tutto torni a funzionare come prima.
Se fermi la macchina dell’economia, quello che hai perso non lo recuperi più. Il risultato? Imprese che chiudono, situazioni di sofferenza che si trascinano nel tempo. E allora, perché l’Italia ha fatto la chiusura più lunga e drastica di tutti? Perché non si può fare oggi, a posteriori, un’analisi seria, riconoscendo che ci sono Paesi che hanno chiuso molto meno, che hanno creato meno panico e che hanno avuto gli stessi dati di mortalità per Covid? Perché non si può discutere? Prima ci dicevano che non si poteva fare un’analisi ex ante perché non si sapeva. Adesso non si può nemmeno fare ex post. E allora, quando cavolo la facciamo questa analisi? Non si poteva fare prima, non si può fare dopo… dobbiamo solo applaudire Conte e Casalino? Ma come ragionano?“
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