La nuova critica all’usanza del presepe è servita, anche se di presepe se ne parla ormai ogni anno al cadere delle feste natalizie.
“Perché c’è ancora un presepe nell’atrio della nostra scuola?”, ci si chiede nel Domani.
“Nella primaria pubblica di mio figlio viene allestito il simbolo religioso e ne chiedo il motivo in chat – spiega la giornalista – Quello che ne esce è il ritratto di una comunità escludente e razzista, in cui manca l’ascolto dell’altro”.
L’usanza tutta italiana del presepe non è nuova alla revisione. A fine 2023 aveva fatto scandalo il presepe “alternativo” creato dall’IA postato da +Europa, raffigurante la Sacra Famiglia, composta da due madri, due padri, e così via.
In diretta a Lavori in Corso commenta il giornalista Fabio Dragoni.
“Corsi e ricorsi della storia mi verrebbe da dire, perché prima che il cristianesimo si affermasse come la religione della nostra civiltà, della nostra cultura, i cristiani dovevano nascondere la loro fede. Perché? Perché sarebbero stati perseguitati, sarebbero stati uccisi. Sembra quasi di rivivere una sorta di nuovo oscurantismo in cui dobbiamo vergognarci di essere cristiani. E’ stata condotta tutta questa battaglia alla luce del fatto che lo Stato debba essere laico, che lo Stato debba essere al di sopra delle religioni. Va bene, quasi mi convinci e poi ti arrivano alla scuola dove dobbiamo in qualche modo osservare il Ramadan”.
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