14 anni di calvario di cui 5 in carcere, tra ambasciate e processi contro lo Stato più potente al mondo.
La storia di Julian Assange è destinata a scrivere pagine di storia pesantissime sul diritto all’informazione.
18 i capi d’accusa (175 anni di carcere) che gli Stati Uniti avevano chiesto per forzare l’estradizione prima all’ambasciata dell’Ecuador a Londra, che per un periodo aveva dato rifugio politico al giornalista, poi al carcere di massima sicurezza di Belmarsh, nel Regno Unito.
Solo il ricorso concesso e il patteggiamento hanno consentito ad Assange di tornare finalmente libero. Un patteggiamento costatogli un capo d’imputazione, già scontato in cella, “una multa non superiore a 250.000 dollari e una sanzione di 100 dollari”, si legge nell’accordo. Tutto questo ma non solo. Il patto con gli USA costa ad Assange l’impossibilità di denunciare alla Corte europea dei diritti dell’uomo tutti gli episodi subiti. Julian Assange stesso li racconta al Consiglio d’Europa.
Guarda qui i punti salienti del primo discorso pubblico con i sottotitoli in italiano.
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