Un litigio, gli spari, poi il silenzio. Questa la tarda mattinata che ha fatto vacillare Cernusco sul Naviglio, dopo l’incontro fatale tra gli ultrà dell’Inter Antonio Bellocco e Andrea Beretta. In seguito a un alterco in automobile, il primo avrebbe esploso dei colpi di pistola all’indirizzo del secondo, attuale capo del tifo organizzato nerazzurro. Colpito al fianco, Beretta avrebbe estratto un coltello e pugnalato Bellocco alla gola, causandone la morte.
La vittima era già nota alle forze dell’ordine per i suoi legami con la criminalità organizzata. Bellocco è infatti il cognome dell’omonima famiglia ‘ndranghetista con base a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria. Il suo arrivo nella provincia milanese, circa due anni fa, lo aveva condotto rapidamente all’interno dello zoccolo duro degli ultrà interisti. Ciò avrebbe causato malumori nella gestione della Curva, e questa sarebbe la pista al momento maggiormente battuta dagli inquirenti. Beretta si trova ricoverato sotto scorta all’ospedale San Raffaele, dove sarà operato.
Una vicenda che ricorda il caso di Fabrizio Piscitelli, noto nell’ambito della criminalità e del tifo laziale col soprannome ‘Diabolik’. Figura di spicco del gruppo ultrà Irriducibili, il 7 agosto 2019 fu ucciso con un colpo di pistola alla testa nel Parco degli Acquedotti di Roma.
Sulle modalità di gestione delle curve in Italia, a distanza di cinque anni, continuano a proiettarsi lunghe e inquietanti ombre.
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