Cosa dice ai medici contrari alla sua terapia? Secondo lei sono pienamente soddisfatti degli attuali risultati in oncologia?
Lo abbiamo chiesto al dottor Giuseppe Di Bella, medico e ricercatore nonché continuatore degli studi di Luigi Di Bella da cui prende il nome l’omonima terapia. Metodo affossato alla fine degli anni ’90 con la controversa sperimentazione (documenti NAS attestano la presenza di farmaci scaduti) in seguito mai più verrà data possibilità di provare scientificamente l’efficacia della terapia. Che tuttavia continua con una massiccia raccolta di dati presso gli studi di Bologna, ma senza l’aiuto dello Stato.
A chi tra i medici osteggia la terapia, Giuseppe Di Bella si rivolge nei suoi numerosi webinar, ultimo dei quali si terrà sabato 28 settembre all’Hotel Carlton di Bologna.
“Molti medici sono contrari alla terapia. Sono ostili non per malanimo, ma perché semplicemente non c’è stata la possibilità di spiegare punto per punto i presupposti razionali della terapia“, dice Di Bella, “avendo possibilità di chiarire anche il lato biochimico vedo che molti medici si stanno avvicinando“. Non a caso in “Prevenzione antinfettiva e Oncologica”, l’ultimo lavoro pubblicato, “diamo possibilità di fare una verifica, caso per caso, sulle banche dati”. Come? “Per esempio se pubblico nel libro che abbiamo ottenuto un’alta percentuale di risposte positive sui tumori alla prostata, basta andare su PubMed.gov e si trova quello studio“.
E a chi diffida nonostante tutto?
“Capisco che nella professione del medico, più che in altre, c’è difficoltà ad accogliere le novità. E’ difficile quando si è abituati a determinati schemi e linee guida. Lo scopritore dell’helicobapter fu schernito a lungo. Il primo che suggerì di lavarsi le mani prima di un’operazione ricevette contestazioni tali che finì in manicomio“.
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