“Se mi si indica un solo atto autoritario o fascista del governo io sono pronto a dimettermi da deputato : ho detto uno, uno solo”.
Così scrive il deputato Gianfranco Rotondi sul suo profilo X. Lui è attualmente presidente della ‘Democrazia Cristiana con Rotondi”, è stato ministro senza portafoglio per il governo Berlusconi IV. È stato inoltre segretario nazionale della Democrazia Cristiana per le Autonomie, nominato dall’assemblea nazionale costituente nel giugno 2005. Insomma, col fascismo ha poco o nulla a che vedere, ma ormai il concetto di fascismo è diventato plastico e liquido in base al proprio gusto e all’avversario da denigrare. Si chiama “reductio ad Hitlerum” la fallacia argomentativa utilizzata per abbassare l’avversario a poco più che un criminale e non entrare nel merito delle discussioni, ma quando ci si entra le cose peggiorano notevolmente.
Tra le risposte che infatti arrivano sotto il post di Rotondi ce ne sono alcune emblematiche: “L’autonomia Differenziata non è un atto autoritario??? Secondo lei cos’è?”, poi “I provita nei consultori? Direttamente dal manuale Orban” e ancora, “La riforma costituzionale che annullerebbe di fatto la separazione dei poteri tra legislativo e esecutivo. Dimissioni quando?”. Dimostrazione plastica che del fascismo se ne parla tanto e non se ne sa nulla.
Ma è una storia vecchia per Rotondi: “Pensate che ai tempi di Berlusconi fu chiamato ‘il cavaliere nero’. E parliamo di uno che votava socialista e stava con Craxi”.
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