Il Forum di Davos, il World Economic Forum, è cominciato e già viene lanciato un altro allarme.
Insolitamente, l’allarme del WEF è sui ricchi e il loro potere economico. La Repubblica scrive: “Oxfam, presto avremo i primi trilionari. Ma per i lavoratori “normali” è sfumato un mese di stipendio nel giro di due anni”. Così la compagnia di Schwab si accorge che bisogna tassare i super ricchi. Oggi esistono, si apprende, possibilità concrete che qualcuno guadagni anche 14 milioni di euro all’ora. Questo negli USA.
In Europa si abbassa la quota: 5,7 milioni, sempre ogni 60 minuti. Il rischio? Che la “notizia” alla fine si trasformi in parole vuote e niente di fatto. “Serviranno 230 anni per abbattere la povertà”, si precisa. Poi puntano il dito contro i monopoli e i vertici statali sempre più “al servizio di pochi”.
“State facendo – osserva Fabio Duranti – una riunione a porte chiusissime dove nessuno può entrare e di cosa parlate? Di come avete spolpato il mondo. Ma se è proprio quel forum che ha garantito a questi signori di vivere! Ci prendete in giro?”.
Una presa di posizione che non convince neanche Diego Fusaro. “Sono gli stessi, caro Fabio, che ci dicono che bisogna proteggere l’ambiente adattandoci alle norme più surreali e poi vanno ai loro convegni a bordo di jet privatissimi che inquinano: insomma è tutto molto orwelliano”. La denuncia di Davos appare dunque prima squisitamente socialista. Poi però, osserva Fusaro, nei fatti di chi la dice ci si ritrova nello stesso spirito capitalistico denunciato.
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