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L’accusa aperta a Roberto Speranza ▷ “Abbiamo migliaia di fonti: quella che ha seguito non è scienza”

Alla fine pare che Roberto Speranza uscirà in libreria. Lo farà dopo più di tre anni dall’uscita del libro-gaffe “Perché guariremo”, con editore diverso e due capitoli in più, nonché con l’elogio dei due commissari Arcuri e Figliolo. Un lavoro che fu ritirato nell’ottobre 2020 ora uscirà senza figuracce, ma con le stesse – se non di più – incoerenze del primo volume.
Incoerenze che nella contro-narrazione “Il leviatano dai piedi d’argilla” scova Cristiano Codagnone, ricercatore al dipartimento di Scienze Sociali e Politiche all’Università degli studi di Milano.
Perché se Speranza si è opposto, ad esempio, alla Commissione Parlamentare d’inchiesta su quanto accaduto nel biennio pandemico, nel libro scrive comunque dell’esigenza di rivolgersi ad esperti per chiarire. Ma quali?

Forse quelli che unicamente venivano convocati dal palazzo senza che avessero alcun contraltare scientifico. “Come l’epidemiologo più autorevole, cioè Ioannidis“, l’elefante nella stanza che smontò la vera efficacia di certe restrizioni ma che si faceva finta di non ascoltare.
“Il nostro libro si fonda su più di mille fonti scientifiche pubblicate a livello internazionale”, dice Codagnone a Francesco Borgonovo, “la scienza è dubbio e raccolta di più dati possibili per provare ad arrivare a una verità”.
Cosa si evince da questi dati?
Che la scienza su cui si basò Speranza e alcuni paesi europei è stata parziale, improvvisata e non veritiera. I modelli previsionali che vedevano milioni di morti senza il lockdown sono tutti basati su ipotesi non realistiche e nel tempo sono stati tutti smontati”.

Ciò che è accaduto nel palazzo che prendeva decisioni, secondo Codagnone – e non solo – sarebbe una “distorsione della conferma”: “Leggevano e sentivano solo pochi esperti che sostenevano le loro scelte politiche. In realtà dall’aprile 2020 la scienza ha accumulato dati che mettevano in dubbio quelle scelte. Sui lockdown, sui tamponi, sulle mascherine.
Non c’è nessuna evidenza scientifica che abbia dimostrato l’efficacia delle mascherine
“.

Ascoltate la videointervista da Francesco Borgonovo.

Redazione

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