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L’Unione Europea e quegli 800 miliardi di Eurobond: cosa sono davvero e perché preoccuparsene

Negli ultimi cinque anni governare l’Unione Europea è diventato veramente un esercizio di pensiero fantasioso.
Se all’inizio del suo mandato qualcuno avesse predetto a Ursula von der Leyen un Eurobond da 800 miliardi di euro o l’ingresso dell’Ucraina nell’UE, avrebbe forse pensato ad uno scherzo. Eppure gli illuminati leader di questa Unione, tra le loro contraddizioni si distinguono particolarmente nell’affare Ucraina. Un giorno annunciano con grande pompa magna i negoziati per l’ingresso, poi si dimenticano di tradurre pragmaticamente le parole in azioni concrete, rendendo la credibilità di queste trattative più dubbiosa di un reality show.

Forse si pensa che dovremmo smettere di difendere l’Ucraina solo per motivi di valori e forse iniziare a pensare anche ai nostri interessi. D’altra parte, nell’eventualità di perdere quella guerra, se noi la perdiamo, intendendosi l’Unione Europea che tifa per l’Ucraina, Vladimir Putin potrebbe finalmente realizzare il suo sogno di vedere disgregata l’Unione Europea.

Insomma, la chicca del giorno sembrano essere questi 800 miliardi di Eurobond.
Magari qualcuno un giorno avrà la pazienza di spiegare che gli Eurobond sono dei titoli garantiti collettivamente da tutti gli Stati e dal bilancio dell’Unione Europea. In verità, questi altri – ahimè – sono garantiti in modo pro quota da ciascuno Stato attraverso il bilancio dell’Unione Europea. Una sottile differenza che sicuramente farà riflettere qualcuno.

Il punto fondamentale di tutta questa vicenda è che l’UE, come ormai sta diventando sempre più chiaro, è nata paradossalmente dopo la disgregazione dell’allora Unione Sovietica per esigenze più di tipo geopolitico che non realmente commerciale.
Non abbiamo avuto nessun vantaggio economico da questa Unione e non c’è stata nessuna integrazione politica.
C’è stata soltanto un’integrazione attorno ad una moneta comune detta “Euro” che fu definita da autorevoli economisti e storici “una moneta senza Stato”. E abbiamo visto tutti gli effetti disgregativi che questo sta avendo con i singoli Stati che non contano ormai praticamente quasi più nulla, e soprattutto le famiglie e le imprese che si ritrovano ad essere più povere di prima e senza una guida politica.

Malvezzi Quotidiani, l’Economia Umanistica spiegata bene – Con Valerio Malvezzi

Valerio Malvezzi

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