Dalla Roma al Milan, passando per la Juventus. La sensazione di dejà vu l’avete perché il – probabile – cammino di Leonardo Bonucci, Dario Bonetti l’ha fatto trent’anni fa, sfalsando le tappe.
Difensore sopraffino anche lui, ma con qualche rimpianto di troppo, il classe ’61 si è sbottonato così a Radio Radio lo Sport sulle vicende di casa Roma, incluse quelle di calciomercato.
“Sono allenatori completamente diversi, anche nel modo di porsi. Io preferisco parlare di Liedholm perché lo conoscevo molto bene. Devo essergli grato a vita. Era l’enciclopedia del calcio, un po’ il Guardiola della situazione. Era sempre molto elegante, ti apriva un mondo dal punto di vista tecnico e umano. Con una battuta ti apriva un mondo. Più grande di così un allenatore non può esserlo. Tutti quelli che hanno avuto la fortuna di lavorare con Liedholm, hanno acquisito molte qualità dal mister. Mourinho? È uno che sa vincere, ma per farlo ci vogliono i campioni. Liedholm, invece, i campioni li creava”.
“Se la Roma gioca con la giusta determinazione e cattiveria agonistica come contro il Napoli, può succedere di tutto. La Roma davanti ha giocatori importanti, forse anche più di quelli della Juventus, quindi se sei ben organizzato tatticamente, allora te la puoi giocare”.
“I grandi attaccanti sono sempre difficili da incontrare. La differenza è che, essendo cresciuto a uomo, quando vai giocare a zona sei con la sigaretta in bocca. Ti abitui a marcare tutto e impari a leggere le situazioni. Uno come Lukaku non puoi marcarlo dietro, devi stare di fianco. Lui è bravo a far salire la squadra perciò lo cercano sempre ed è inutile stare dietro a marcarlo. Vlahovic deve essere più sereno e tranquillo, ogni palla gioca sembra sempre essere l’ultima. Ha una squadra che fatica ad esprimere gioco, poi corre tanto in fase di non possesso. È vero che è giovane e ha tanta qualità, però gli attaccanti delle grandi squadre devono avere continuità, non possono passare più di qualche partita senza fare gol. La squadra ne risente notevolmente”.
“Mourinho è un grande motivatore, ma deve avere i giocatori. Non credo che abbia la pazienza di aspettare qualcuno, non è un istruttore. Lui e Allegri giocano per vincere. Anche Liedholm, ma lui nel frattempo era un istruttore. Io vedo una partita abbastanza bloccata che sarà gestita da qualche episodio sicuramente. La priorità per loro è non prendere gol”.
“Domanda scontata. Mi sono complicato la vita andando via da Roma e volendoci tornare. I soldi ti fanno fare scelte sbagliate. È ovvio che quei colori siano magici e tornerei lì sicuramente”.
“Mancini è un ottimo difensore. Riesce sempre nell’arco della stagione a fare qualche gol decisivo. Sa costruire in maniera discreta ed è molto veloce. Nel complesso è un buon difensore. Per quanto riguarda Bonucci, lui ormai fatica. Secondo me ha problemi nell’uno contro uno. Non risolverebbe i problemi della Roma. Lui nella fase di costruzione ha questo lancio preciso che ti può dare una mano. Non vedo altri aspetti in cui lui ti possa aiutare”.
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