“Covid? Ammettetelo, qualcosa non è andato“. Ce lo si poteva aspettare un simile endorsement da parte di un regista fuori dall’ordinario come Oliver Stone. E guai a chiamarlo complottista o no vax, “ho fatto tre dosi, due delle quali per entrare in Europa“, ma continua a conservare il dubbio, quello che cerca di suscitare negli altri coi suoi ultimi docufilm.
“Non pensavo che nella mia nazione non si potesse più dubitare“, dice amaro a Martina Pastorelli, e lo dice da paziente di terapie a cui – nonostante i vaccini – ha dovuto accedere: “Ad esempio con me l’ivermectina ha funzionato“. Il farmaco da noi demonizzato come “cura da cavallo”, ignorando però che ha anche un uso umano, a Stone è servito: “Il problema è stato questo, che sono state demonizzate solo alcune cure casalinghe che era risaputo funzionassero“.
“Quelle funzionali al governo però“, continua, “quelle sono andate bene“.
Ascoltate il commento alla sua intervista di Alessandro Meluzzi, Giovanni Frajese e Alberto Contri.
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