Non sarebbe stato accanimento terapeutico. E’ quanto avevano evinto leggendo le cartelle cliniche di Indi Gregory al Bambin Gesù di Roma. La fine della storia la conosciamo tutti, dalla cittadinanza che a nulla è servita alle polemiche successive, alcune delle quali accusano di sciacallaggio governo e movimenti pro vita.
La tesi è quella secondo cui la scienza avrebbe in realtà deciso il destino della bimba, coi genitori intenti a lasciarla in vita fino all’accanimento terapeutico. “In realtà stiamo parlando di scienza contro scienza“, precisa la portavoce del movimento Pro Vita e Famiglia Maria Rachele Ruiu, “l’ospedale di Nottingham avrebbe potuto fare le stesse cose che avrebbero fatto a Roma“. Ma allora perché non sono state fatte?
“Questa storia si è trasformata in una bagarre politica per la quale questa bambina è vittima due volte“, dice Ruiu, “lo scontro è stato tra un sistema sanitario come quello capitalistico inglese secondo cui se vali la pena, mi prendo cura di te, se non vali la pena ti scarto, dunque non mi prendo cura di te.
Per fortuna in Italia c’è un altro approccio“.
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