Recentemente lo storico Paolo Borgognone ha coniato una figura interessante, quella della “Hollywood di guerra“.
In sostanza l’Occidente a trazione atlantista crea una Hollywood di guerra, ossia una “mediatizzazione” del conflitto e del suo racconto tale per cui, in sintesi, non vediamo mai la realtà così com’è, ma vediamo la narrazione che passa al setaccio la realtà e la deforma secondo le lenti che sempre giustificano l’imperialismo a stelle e strisce e l’occidentalismo della guerra.
Non abbiamo mai una descrizione della realtà, ma sempre una narrazione volta a presentare le cose in maniera tale per cui quello dell’Occidente, anche quando bombarda e usa la violenza, è sempre un interventismo benefico e portatore di democrazia e di diritti umani. Laddove, quando i popoli resistono all’imperialismo occidentale e provano a difendere i loro diritti, ebbene quello è sempre terrorismo.
Questa Hollywood di guerra in questi giorni, in relazione al conflitto tra israeliani e palestinesi, sta dando il meglio di sé.
Ad esempio, qualche giorno addietro vi è stato in Siria un raid di Israele sugli aeroporti di Damasco e di Aleppo.
Sono stati colpiti i depositi di armi iraniane. Così leggiamo sui principali e più venduti, è il caso di dire, quotidiani.
Ovviamente gli autoproclamati professionisti dell’informazione non spendono una sola parola di condanna.
In taluni casi, anzi, glorificano l’azione israeliana.
Perché evidentemente anche questo rientra nel cosiddetto diritto di Israele a difendersi.
Diritto che curiosamente trapassa, senza soluzione di continuità, nel diritto di Israele ad aggredire stati sovrani, senza che la fantomatica comunità internazionale dica nulla. Anche perché poi, a dire il vero, la cosiddetta comunità internazionale non è se non l’Occidente che mette la maschera e finge di essere una parte terza e avulsa dai rapporti di forza.
Strano davvero il concetto occidentale di giustizia e di diritto alla difesa.
Nel nome della lotta al terrorismo autorizza l’uso del terrorismo contro i civili. Nel nome del diritto alla difesa sdogana l’imperialismo più osceno. Come sempre, condanna la violenza di una parte e giustifica quella dell’altra.
Quello dei palestinesi, allora e per l’ordine del discorso dominante, è sempre terrorismo.
Quella di Israele, viceversa, è per definizione, sempre e comunque, una forma di diritto alla difesa.
E’ saltato oltretutto anche il noto teorema secondo cui vi è un invaso e vi è un invasore, utilizzato fino a ieri in relazione all’Ucraina e alla Russia. Ora, l’invasore si pretende abbia sempre ragione. Sei l’invasore che sta per decreto dalla parte giusta della storia, naturalmente, vale a dire quella dell’imperialismo occidentale. Se non si resta scandalizzati al cospetto di questo, vuol dire che davvero la lobotomizzazione di massa è compiuta. Anzi, più precisamente, io la chiamo la “logotomizzazione”, cioè l’offesa e la distruzione del logos come capacità di pensare con la propria testa.
Se perdiamo il logos, perdiamo la parte che ci rende umani, dacché l’uomo, scriveva Aristotele nella “Politica”, è lo zoon logon echon, l’animale che ha il logos. Tolto il logos, l’uomo non si distingue più dagli altri animali.
Ed è ciò che stiamo tragicamente riscontrando in questa fase storica.
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