Le reti sociali sono divenute in pochi anni, da simbolo della libertà di espressione, a luogo del colpevolizzazione delle idee. Partendo dall’idea di uno spazio libertario, oggi i meccanismi di controllo dei social appaiono sempre più invadenti, limitando forme di pensiero alternativo e adombrando un conformismo dilagante.
Tale processo sembra ben delineato da una serie di sondaggi che mostrano come per la maggioranza degli utenti social sia lecito licenziare un lavoratore per le opinioni espresse attraverso la comunicazione sulle piattaforme social. Come spiega Fabio Duranti, tale comportamento sembra rimandare concettualmente ad una caccia al colpevole ad ogni costo con echi che assimilano i social alle arene in cui venivano dati impasto i prigionieri alle belve feroci.
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