Rossobruno, comunista di destra, e chi più ne ha più ne metta. La verità è che Marco Rizzo non vuole addormentarsi alla mutazione della ex sinistra nel “più grande partito progressista italiano“. Complici anche gli ambienti nei quali è cresciuto, come quella Torino operaia che di partito comunista non aveva solo il retrogusto, il presidente onorario del PC prova a spiegarci in diretta il perché di quel tempo che fu sopito al grido di “ce lo chiede l’Europa“. “Il tema è che ad esempio in Francia, dove Macron non ha la maggioranza, destra e sinistra esistono ancora”.
Ed effettivamente un discorso come quello di Mélenchon alle scorse politiche, dove tanto si parlava di diritti dei lavoratori e di diritto a vivere non solo per il lavoro, non l’abbiamo sentito qui in Italia: “Qua c’è un inciucio generale“. “I sindaci di Trento e di Rovereto sono del PD, la provincia è di centrodestra, ma poi sono tutti pappa e ciccia. Litigano sull’orso, mica su questioni economico-sociali. Sull’orso ad esempio non dicono che si tratta di un progetto dell’Unione Europea del 98-99, quando decisero di importare orsi in Trentino. Quindi si ammazzano sull’ucciderli o meno e non parlano del problema vero. Trasferiamoli. Dove? Nei paesi entrati dal 98 nell’UE. L’UE è un progetto per tutti no? Bene, se ne facciano carico anche loro”.
L’intervista da Stefano Molinari.
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