Non bastavano le chat Aifa rivelate dal programma Mediaset Fuori dal Coro a destare più di qualche dubbio sulla pandemia Covid.
In un’intervista recente su Porta a Porta, Giorgio Palù, Presidente dell’Agenzia del farmaco, ha fatto delle dichiarazioni che hanno spiazzato tutti. “Gli errori si fanno“, ha risposto a Bruno Vespa che lo interrogava su possibili rimproveri in merito a come fu gestita l’emergenza nel Paese. “In alcune cose abbiamo fallito – dice Palù – per esempio, non abbiamo considerato studi clinici comparsi su importanti riviste che negavano l’efficacia di un farmaco già dimostratosi molto attivo nei confronti dei precursori del SARS-CoV-2“.
Di quale farmaco parla Palù?
Presumibilmente si parla dell’idrossiclorochina, ovvero la cura che The Lancet prima ne bocciò l’efficacia contro il Covid, tramite uno studio. Poi dovette ricredersi e quindi ritirare lo stesso, facendo così un inevitabile pasticcio.
Stesso discorso per Oms e Aifa che fermarono dunque tutti i test, innescando lo scalpore dei medici, tra cui l’endocrinologo Giovanni Frajese, intervenuto in diretta a “Un Giorno Speciale“.
“Si riferisce in questo caso – spiega Frajese riferendosi alle parole del Presidente Aifa – sicuramente all’idrossiclorochina e al cosiddetto ‘Lancetgate‘, cioè il fatto che sia stato pubblicato uno studio randomizzato fatto su 5 continenti sull’utilizzo dell’idrossiclorochina che ne smentiva assolutamente l’efficacia. Salvo poi accorgersi che l’organizzazione che aveva messo in piedi questo studio colossale era una software house con 2 dipendenti. E che quindi lo studio era completamente falso.
Lo studio è stato poi ritirato, ma il messaggio, nonostante questo, è invece rimasto“.
Alla fine ufficiale dichiarata dall’OMS della pandemia Covid si scopre dunque che delle cure, effettivamente, potevano essere considerate.
Ma come dice Palù a Vespa: “Gli errori si fanno. Questa era una malattia del tutto sconosciuta, un virus che per la prima volta colpiva l’umanità“. Tuttavia è una tesi che sembra poi cadere subito dopo, come nota Frajese.
Infatti così prosegue Giorgio Palù: “Un farmaco già dimostratosi molto attivo nei confronti di precursori del Covid, tipo Sars-CoV-1 e MERS-CoV. Si sarebbe potuto capire prima che questo era non virus a diffusione nosocomiale, ce l’aveva insegnato la Sars nel 2003“.
Dunque Frajese osserva: “Cade ciò che dice quando parla di un virus che è ‘completamente nuovo’.
E per alcuni versi ha ragione, perché è nuovo di fatto. Perché?
Lo stesso Giorgio Palù dimostrò in uno studio che fondamentalmente è sintetico“.
“È lo stesso Giorgio Palù, in uno studio pubblicato su Frontiers in Virology, ad averlo dimostrato” – evidenzia l’endocrinologo.
Allora Frajese ne spiega la tesi: “All’interno della sequenza del virus c’è una sequenza di 19 basi che è brevettata da Moderna nel 2016, all’interno della quale c’è anche il sito intero di clivaggio della furina che è di 12 basi.
Quindi noi abbiamo di fatto detto che, e lo ha pubblicato Palù, lo ribadisco, stimavano la possibilità che questo accada in maniera naturale in una possibilità su 3 triliardi. E quindi fondamentalmente ci hanno detto che il virus non solo è sintetico, ma che contiene all’interno una sequenza brevettata da Moderna. Questo lo ha scritto Giorgio Palù“.
(Ipotesi contrastata da specialisti su Open, ma senza alcuno studio, dunque non falsificata).
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