“La vita che ci state rubando“. Chissà se Nunzia Schilirò si sarà ritrovata nel titolo di Angela Camuso, quando le hanno comunicato l’invito alla presentazione di Sala Zuccari. Prima vicequestore, poi paladina dei “no green pass” (secondo mezzi televisivi), infine licenziata in seguito a diversi duelli sulla TV generalista. Il tutto per rivendicare la libera scelta di ognuno durante la pandemia di farsi o meno iniettare il siero su cui di recente tanti retroscena stanno venendo fuori. Il fatto che alcuni studi – come quello sulla capacità di bloccare le infezioni – non siano stati condotti (Pfizer dixit) è ormai appurato. Senza contare gli sviluppi dell’inchiesta della procura di Bergamo sulla gestione pandemica del governo Conte e le mail mostrate a Fuori dal Coro in cui alcuni esponenti Aifa incentivano a non pubblicare diversi dati scomodi sul vaccino.
Tutto sembra gridare ingiustizia, “ma deve essere fatta chiarezza non tanto perché – come dice qualcuno – noi chiediamo vendetta. Anche se non sarebbe mai troppo tardi qualora qualcuno volesse un po’ di giustizia. Credo però che quello che vogliamo più di ogni altra cosa è che non si ripeta mai più ciò che è accaduto“.
Poi il monito sui responsabili: “Credete che siano semplicemente una dozzina di politici che non sono stati all’altezza delle istituzioni che rappresentano? Io penso ci siano schiere di categorie di persone che hanno fatto da complici. Perché questi tre anni sono stati il trionfo, l’elogio del gregge sull’essere umano. E per evitare tutto questo un ruolo centrale ce l’hanno proprio loro, i giornalisti: il presupposto indispensabile di qualsiasi diritto e libertà è l’informazione libera“.
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