Secondo la politica italiana contemporanea, la situazione sia sostanzialmente paralizzata dalla presenza incontenibile di anarchici e di comunisti, se si guarda alla realtà con gli occhiali della destra o di fascisti sovversivi, se si guarda alla realtà con le lenti ermeneutiche della sinistra neoliberale. Insomma, l’Italia sarebbe ostaggio del fascismo e del comunismo a seconda della prospettiva da cui si osserva la realtà. Eppure, a un’analisi non superficiale, non è difficile comprendere come il fascismo e il comunismo siano oggi inesistenti, salvo in residuali nicchie marginali folkloriche, buone solo a giustificare la narrazione dominante, quella giustappunto che va dicendo che ovunque vi sono comunisti e fascisti. La realtà è che oggi la contraddizione principale si chiama capitalismo o, se preferite, neoliberismo, e che l’antifascismo, in assenza di fascismo e l’anticomunismo in assenza di comunismo, piacciono tanto al potere neoliberale proprio perché rendono impossibile mettere a fuoco la contraddizione principale e svolgono dunque la funzione di potenti armi di distrazione di massa. Una delle ragioni per le quali tanto piace al potere neoliberale la contrapposizione sempiterna tra antifascisti e anticomunisti è la seguente: sostanzialmente l’antifascismo, in assenza di fascismo a sinistra e l’anticomunismo in assenza di comunismo a destra.
Per quanto le cose vadano male, la situazione odierna con tutte le sue contraddizioni, non è comunque paragonabile a quella incredibilmente più tremenda di ieri, cioè a quella propria dei comunismi e dei fascismi o, per dirla con una categoria molto in auge rispetto alla situazione del totalitarismo genocida rosso e nero. Sicché lo scopo dell’antifascismo, in assenza di fascismo a sinistra e dell’anticomunismo in assenza di comunismo a destra, sta nel fare sì che i contemporanei accettino una sorte che certo a loro appare come detestabile e deprecabile per più ragioni, tutte per lo più ottime e sensate, ma che viene in ogni caso fatta passare come una situazione preferibile rispetto a quella ben peggiore che vi sarebbe qualora ritornassero in vita il fascismo e il comunismo, o qualora il fascismo e il comunismo prendessero il sopravvento grazie a gruppi fascisti e comunisti che minacciano il nostro presente. In questa maniera il presente non è più combattuto per le contraddizioni che lo innervano dallo sfruttamento del lavoro alla miseria imperante, dalla disuguaglianza sempre crescente alle nuove figure dell’alienazione e della reificazione. Al contrario, il presente viene difeso così com’è dal possibile ritorno del fascismo e del comunismo. Ecco perché la sinistra fucsia neoliberale deve vedere ovunque fascisti di ritorno, proprio come la destra bluette neoliberale deve vedere ovunque anarchici e comunisti di ritorno. Ecco perché il potere neoliberale tanto ama l’antifascismo in assenza di fascismo e l’anticomunismo in assenza di fascismo, sono due categorie che, pur apparentemente opposte, finiscono per svolgere la parte di protesi ideologiche di consenso per la civiltà turbo capitalistica.
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